In Comune a Trieste i “quadri” sfondano quota 100: i sindacati insorgono

Passano da 97 a 104. La Cisl: basta promozioni fiduciarie Martini: fase transitoria, entro 2 anni rivedremo i criteri
Lasorte Trieste 01 11 03 - Per Archivio - Piazza Unità
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Prima è stato Dipiazza a mettere chiodi e martello in mano al suo assessore al Personale, Michele Lobianco. Poi ci si è messo Cosolini, che quegli stessi chiodi e martello li ha passati al suo, di assessore al Personale, il vicesindaco Fabiana Martini. Risultato: in Comune, negli ultimi anni - tuona la stragrande maggioranza sindacale - sono stati piantati fin troppi quadri. Piantati con discrezione fin troppo disinvolta. Per quadri, in quest’occasione, s’intendono infatti quelli “intermedi”: le Po, le Posizioni organizzative, le cinghie di trasmissione del potere burocratico tra i dirigenti, che di fatto le nominano, e tutti gli altri dipendenti non graduati, da cui le Po, di norma, provengono.

Dopo la revisione della pianta dirigenziale impressa direttamente da Cosolini prima di cedere alla sua vice la delega al Personale, l’amministrazione di centrosinistra vara insomma la fase 2 della riorganizzazione della filiera del comando negli uffici. E lo fa seguendo la strada imboccata dalla precedente amministrazione di centrodestra nel 2010, quando Lobianco aveva incrementato le Po da 87 a 97. Ora la Martini porta i quadri da 97 a 104. Ma le promozioni - puntigliano i sindacati - non sono 7, bensì 11, dal momento che 4 delle vecchie Po sono “assurte” contemporaneamente al livello di dirigente.

Il primo ad aprire il varco delle lagnanze pubbliche è il segretario territoriale Cisl Fp, Walter Giani: «Il Comune, dopo la nuova discutibile Macrostruttura, ha completato la sua “macchina operativa” designando ulteriori sette Po, per un costo aggiuntivo dichiarato di circa 100mila euro. Sarebbe stato molto meglio utilizzare quei fondi per aumentare la qualità dei servizi, per nuove assunzioni oppure per riconoscere compensi di produttività a tutti quei lavoratori che si prodigano quotidianamente nella loro attività professionale e non per “premiare” solamente alcuni funzionari, scelti a discrezione e su base fiduciaria dai rispettivi dirigenti. La scelta ha creato malumore in buona parte dei colleghi, insoddisfazione tra i sindacati, costi aggiuntivi sul bilancio. La Cisl non desidera denunciare, svilire o giudicare l’operato, la professionalità e le capacità dei lavoratori in questione, ma vuole stigmatizzare il fatto che mai si è potuto constatare la bontà delle loro prestazioni, perché il Comune non ha risposto con adeguata trasparenza alle reiterate richieste sindacali di rendicontare gli incarichi assegnati».

Si accoda anche la Cgil, per voce del segretario Fp Oreste Fella: «Avevamo chiesto che quel numero, 97, potesse diminuire. La nostra posizione, dunque, è stata disattesa. Le funzioni di Po, inoltre, valgono tra gli ottomila e i diecimila euro l’anno. Avevamo proposto che venissero pesate di più in base al numero delle persone da gestire, alle responsabilità, e che queste potessero eventualmente essere detratte dal risultato riconosciuto al dirigente, visto che la Po agisce su delega fiduciaria del dirigente». Contraria anche l’Ugl mentre la voce fuori dal coro è quella della Cisal Alpis, rappresentata dall’ex Uil Marino Kermac: «Il numero delle Po è una scelta che spetta all’amministrazione, per noi conta poterci confrontare sulla qualità e sul modo di misurare le professionalità».

E in effetti è più o meno questa la promessa strappata alla Martini. La quale lascia intendere come andava gestita la necessità “avvertita” di puntare su nuove Po senza però dequalificare subito altre fatte in epoca Dipiazza: «Abbiamo insistito sull’importanza di creare nuove funzioni, non sulle persone, nella piena consapevolezza che si tratta di un processo in itinere che andrà rivisto e nei numeri e, sin da quando avremo approvato il bilancio, nei criteri di assegnazione delle Po, che oggi sono incarichi fiduciari. Il nostro impegno è confermato dal fatto che anche le Po, tutte e 94, così come i dirigenti, hanno mandati biennali, che scadono nel 2014».

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