In coda all’ex Ospedale Militare

Tutti in fila fin dal primo mattino per scoprire i segreti dell’ex Ospedale Militare trasformato in campus universitario. La prima delle due giornate triestine del Fai di Primavera si è sviluppata nel segno della storica struttura di via Fabio Severo, costruita a metà dell’800, chiusa ormai da quasi trent’anni e oggetto di un importante intervento di riqualificazione. Centinaia di triestini, ma anche di turisti, armati di macchine fotografiche o dei più tecnologici smartphone e tablet, non hanno voluto perdere l’occasione di una visita inedita del sito, con tanto di foto ricordo. «Un’emozione unica» afferma Sergio Mestre. E ricorda: «Nel ’69 sono stato ricoverato in questa struttura e rivederla a distanza di tanti anni fa un effetto particolare: è stato eseguito un ottimo lavoro che sarebbe da riproporre in altri luoghi della città abbandonati o trascurati». Pensieri condivisi da Roberto Carsi: «Negli anni ’70 ho fatto qui una visita medica, poi non ci ho più messo piede. Un progetto portato avanti con lungimiranza, in quanto si è riusciti ad abbinare soluzioni moderne alla conservazione di elementi storici ed architettonici».
Ma nel contenitore Fai non ha trovato posto solo l’ex Ospedale Militare: nelle tre tappe triestine, spazio anche allo storico Caffè San Marco, inaugurato nel 1914, ma poi devastato l’anno successivo dall'esercito austroungarico, in quanto considerato un covo di irredentisti. Un luogo nel quale hanno trovato ispirazione grandi letterati: da Svevo a Saba, da Joyce a Stuparich, fino a Tomizza e Magris. L’itinerario “Trieste 1914, metamorfosi di una città di confine”, un viaggio sui fatti storici, ma anche una riflessione sui mutamenti sociali, economici e culturali dell’epoca, si chiude con la visita alla Stazione Centrale, in origine “Meridionale”, la cui linea ferroviaria venne aperta nel 1857 dopo sette anni di lavori, mentre l’edificio fu in seguito demolito e ricostruito una ventina d’anni più tardi.
Ad accompagnare i visitatori nel percorso del tempo, tra notizie, immagini, video e foto storiche, la squadra preparata ed affiatata degli Apprendisti Ciceroni: circa 120 ragazzi degli istituti superiori cittadini che prendono per mano coloro che si avvicinano alla scoperta di questi luoghi affascinanti e spesso poco conosciuti, con una serie di visite guidate, non solo in lingua italiana, ma anche in sloveno, inglese e, su appuntamento, persino cinese mandarino. «Una grande esperienza che da un lato ci arricchisce e dall’altro ci consente di trasmettere agli altri un prezioso patrimonio di storia e cultura» spiegano Giuliano Merola del “Dante” e Lorenzo Bernini del “Da Vinci”, due Ciceroni triestini. Mariella Marchi, capo delegazione Fai Trieste, non nasconde la soddisfazione: «In ogni edizione totalizziamo circa 8 mila visitatori: un risultato che vogliamo raggiungere e magari superare quest’anno, grazie ad un percorso che racconta la trasformazione globale di una città in un periodo storico particolare». Oggi si replica con orario continuato dalle 10 alle 18. Nel pomeriggio, ma solo per i soci Fai su prenotazione, sarà visitabile anche il Faro della Vittoria.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo