In città una slot machine ogni 110 abitanti

Incidenza simile alle località al top in Italia: a Pavia, capitale del gioco, il rapporto è di un apparecchio per 104 residenti
Di Laura Borsani
Altran Mf-mini Casinò
Altran Mf-mini Casinò

Una slot machine ogni 110 abitanti. È l’incidenza in città in relazione alla diffusione delle sale da gioco, cosiddette Vlt (Video Lottery Terminal), e ai videopoker in dotazione alle attività commerciali, tra pubblici esercizi, edicole, tabaccherie e altri punti vendita. Un rapporto piuttosto alto, considerando che nel Comune di Pavia, definita la “capitale” delle slot machines, tra 13 sale da gioco e le innumerevoli attività commerciali, l’incidenza è di una apparecchiatura ogni 104 abitanti, a fronte di una popolazione di circa 68mila residenti. Stando inoltre a un recente studio condotto a livello nazionale, risulta che tra le prime 10 Province per mini-casinò ogni 100mila abitanti, quella di Gorizia si assesta al quarto posto. Una realtà, quella del nostro territorio, per la quale va considerata anche la vicinanza al confine con la Slovenia, terra di casinò, pur trattandosi di vero e proprio gioco d’azzardo. A Monfalcone, secondo i dati forniti dal Comune e dalla Questura, si contano 10 sale Vlt, a fronte di 99 slot machines, e 14 punti vendita dotati di videopoker, per 151 apparecchiature. Siamo a quota 250 slot complessive. I 14 punti vendita autorizzati sono situati in via Callisto Cosulich (due attività per 14 apparecchi), via Grado (6 apparecchi), via Matteotti (6), via Bixio (8), via della Resistenza (4), via Aquileia (10), viale San Marco (15), via Galilei (20), via Roma (7), via I Maggio (10), via IX Giugno (12), via Duca d’Aosta (35), via Garibaldi (4). Le 10 sale Vlt sono distribuite in via Duca d’Aosta (10 apparecchi), via della Resistenza (18), via Sant’Ambrogio (8), via I Maggio (10), via Timavo (8), via Boito (20), largo dell’Arena (12), via Marziale (4), via Valentinis (3), via Matteotti (6).

Un calcolo, tuttavia, che potrebbe essere ritoccato ulteriormente, poichè le autorizzazioni rilasciate dalla Questura fanno riferimento alla richiesta di partenza in ordine al numero di apparecchi, non considerando gli sviluppi nel tempo. Inoltre, nel conteggio non risultano le attività commerciali per le quali l’autorizzazione relativa alle slot machines è già contenuta nelle licenze. C’è peraltro da distinguere tra le autorizzazioni rilasciate dal Comune e quelle facenti capo alla Questura: la sostanziale differenza sta nel volume potenziale delle puntate e delle relative vincite, chiaramente ben più elevate per le Vlt, collegate in rete telematica.

E se, come viene ormai riconosciuto dalla ricerca in ordine ai rischi di ludopatia, vale il principio che più sono diffuse le slot machines e più si tende a giocare e a perdere, non mancano le misure preventive, già adottate da molti Comuni italiani. Monfalcone s’è dotata di un regolamento per la disciplina dell’attività delle sale da gioco nell’ottobre del 2012, anticipando la Regione che sta lavorando a una specifica normativa. Tra i requisiti, il regolamento prevede per i locali che richiedono l’autorizzazione un limite di distanza di 300 metri da istituti scolastici, impianti sportivi, centri parrocchiali, centri di aggregazione giovanile, luoghi di culto, residenze per anziani, ospedali e case di cura. Il Comune ha, inoltre, previsto sgravi fiscali a favore delle attività che rinunciano alle apparecchiature. L’assessore Omar Greco ha osservato: «Abbiamo fortemente voluto il regolamento per disciplinare le licenze in ordine alle slot machines, in anticipo rispetto agli indirizzi della Regione. È noto che il fenomeno della ludopatia sia in aumento ed è un dato di fatto che lo Stato incassa consistenti entrate. Nell’ambito delle competenze dell’ente locale, pertanto, siamo intervenuti per contrastarne la diffusione sul territorio».

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