In cinque anni prezzi delle case giù del 35%
Caro mattone, quanto mi costi? Sempre di meno, stando ai dati elaborati dal Sole 24 Ore, in una ricerca che ha messo a confronto il valore immobiliare medio delle principali città dello Stivale, e che ha regalato a Trieste uno dei posti al vertice di questa classifica poco invidiabile. La fotografia ha preso il 2009 come hanno di riferimento e ha monitorato settimanalmente l’andamento delle compravendite sull’intero territorio italiano.
In questi cinque anni il valore medio del mattone triestino è sceso del 34,9%, facendo registrare un costo medio al metro quadro di 1220 euro. Nessuna altra città ha fatto peggio e solo Catania e Taranto hanno saputo tenere il passo negativo del capoluogo giuliano, rispettivamente con un segno meno del 30 e 31,3%. Lo studio è poi sceso nel dettaglio, mettendo sotto la lente d’ingrandimento i principali quartieri delle città prese in considerazione. In questo caso i numeri triestini sono lievitati, proponendo un quadro della situazione a tratti surreale. Se il valore degli immobili sulle Rive è sceso del 26,3%, con un costo al metro quadro stimato sui 1400 euro, in centro il calo è stato del 31,8% (1500 euro/mq) e a Roiano del 34,5%. Niente a che vedere con il deprezzamento che si è evidenziato nelle zone generalmente più richieste, dove è stato lasciato per strada la metà del valore di mercato. È il caso di San Vito e Scorcola, entrambe con un meno 50% e con un costo al metro quadro di 1000 euro, e del Borgo Teresiano, dove i proprietari di un’abitazione piangono per un’emorragia del 51% e per un costo al metro quadro di 980 euro.
«Questi numeri vanno presi con le pinze – commenta a caldo Stefano Nursi, presidente provinciale della Fiaip, la Federazione italiana immobiliari professionali - . Il calo c’è stato, attorno al 30%, ma i picchi negativi segnati in alcune zone della città non stanno né in cielo né in terra. Scorcola e San Vito hanno tenuto e così anche le Rive. Il valore degli immobili in questi quartieri è sceso al massimo del 20%».
Quali sono le ragioni che fanno salire Trieste sul primo gradino di questo podio virtuale? La spiegazione sta nella grandezza limitata di questa provincia, nella quale non vi è spazio per costruire nuove abitazioni. «Gli immobili di questa città sono spesso vetusti – precisa Andrea Oliva, numero uno provinciale della Fimaa, la Federazione italiana mediatori agenti d’affari – e quindi tendono a svalutarsi con facilità. Anche la riqualificazione degli stabili, si pensi ai vincoli ai quali è sottoposto il Borgo Teresiano, è molte volte un’operazione complicata. In altre città si costruiscono case con le ultime tecnologie edili, che finiscono per aumentare il valore dell’immobile».
C’è poi un’altra questione, che riguarda l’enorme differenza fra la domanda e l’offerta. A fronte di moltissime vendite, non c’è stato un volume sufficiente di acquisti. «La tassazione immobiliare, negli ultimi quattro anni, è aumentata del 115% - sottolinea Oliva - , obbligando molte persone a svendere la proprietà, pur di trovare un acquirente». Ma la ricerca del Sole 24 Ore si è soffermata anche su un aspetto che autorizza a ben sperare e che trova conferma anche nelle parole degli addetti ai lavori: il mercato delle compravendite è in ripresa. «Ci stiamo lasciando il baratro alle spalle - chiarisce Nursi - . Sono aumentate del 4% le transazioni immobiliari». Si comprano più case. Le richieste di mutui, secondo i dati Istat, sono aumentate del 38% in un anno, complici i tassi di interesse ai minimi storici. Le stesse banche, dopo anni di diffidenza, stanno diventando meno selettive nella concessione del credito. Insomma, per chi se lo può permettere, il 2015 sembra l’anno giusto per comprare casa.
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