In cinque anni perse 172 attività tra grandi marchi e pezzi di storia

Dal 2013 Trieste ha assistito al fallimento di ben 172 società, molte delle quali sono state per decenni colonne portanti della nostra economia. Basti pensare a nomi come Cividin Costruzioni, Duke e...
Lasorte Trieste 24/07/15 - Zona Industriale, Duke, Ex Stabilimento e Punto Vendita
Lasorte Trieste 24/07/15 - Zona Industriale, Duke, Ex Stabilimento e Punto Vendita
Dal 2013 Trieste ha assistito al fallimento di ben 172 società, molte delle quali sono state per decenni colonne portanti della nostra economia. Basti pensare a nomi come Cividin Costruzioni, Duke e Masè. Oppure Revas, Vitrani, Graphart, Savino Costruzioni, Tergestea, Luci costruzioni o la libreria La Fenice. Nomi di peso nei campi dell’edilizia, della cantieristica navale, dell’impiantistica e dei pubblici esercizi.


Pezzi di storia che, solo in rari casi, come ad esempio quelli della Revas o della Masè, sono risusciti a risorgere grazie all’intervento di un altro gruppo industriale. Nella maggiori parte dei casi invece quei marchi, quelle aziende e la loro tradizione restano solo un ricordo nella storia dell'imprenditoria triestina.


Tra i fallimenti che più di altri negli ultimi anni hanno fatto scalpore c'è indubbiamente quello della Unione Triestina 2012 dichiarato il primo febbraio 2016. La squadra alabardata dopo aver vissuto momenti di gloria con l’indimenticabile patron della Triestina Calcio Amilcare Berti, dalla fine di Fantinel a Marco Pontelli era stata accostata a personaggi più o meno discutibili. Per i tifosi è stata un’agonia, anche se con uno scatto di orgoglio si sono acquistati il marchio.


Un incubo terminato l’11 aprile dello scorso anno quando la cordata guidata da Mauro Milanese ha strappato all'Alma spa l’aggiudicazione all’asta della Triestina.


I triestini non dimenticano nemmeno il fallimento della Cividin Costruzioni, l’impresa che vantava più di settant’anni di onorata attività ma che con il suo crac è causa ancor oggi di alcuni disagi per la città. Come quello derivante dal fatto che la società di costruzioni deteneva il 50 per cento della Cierre srl, proprietaria dell’ex Filodrammatico di via degli Artisti. Quell’immobile oggi versa in uno stato di degrado e fino a che il nodo di quelle quote non verrà risolto resterà in bilico, creando non pochi disagi a chi vive quell’area. La parola fine alla storica impresa di costruzioni il Tribunale di Trieste l’ha pronunciata il 17 ottobre del 2015.


La durissima crisi dell’edilizia ha trascinato nel baratro anche altre storiche imprese triestine. Come la Savino srl, la società fondata nel 1954 da Mario Savino e che ha alzato bandiera bianca nel 2013. Nello stesso anni è fallita anche un’altra notissima realtà come la Luci Costruzioni. Il crac ha visto partire anche un’inchiesta che intende fare luce su un fiume di denaro uscito dalle casse della società e finito, stando almeno alle ipotesi dell’accusa, nei conti correnti degli amministratori che si sono succeduti nella gestione dell'azienda.


Le difficoltà hanno colpito anche il settore alimentare facendo “saltare” quattro anni fa due storiche aziende come la Duke Grandi Marche e la Masè. Il passivo della Duke, un marchio con 46 anni di attività alle spalle che faceva riferimento a Francesco Prioglio, ammontava a oltre tre milioni di euro. Per la Masè, grazie al successivo intervento della friulana Bts che è entrata a pieno titolo nella gestione del salumificio di via Ressel, dalla primavera del 2013 è iniziato un nuovo capitolo che ha consentito di conservare gran parte dei posti di lavoro.


Un altro addio doloroso è stato quello che Trieste ha dovuto dare alla Vitrani spa. L’ultima tappa dell’azienda fondata nel 1960 e specializzata in arredamenti di lusso per grandi navi, yacht e alberghi porta la data del 28 ottobre 2015.
(l.t.)


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