In bilico il voto della Croazia nell’Ue

Dopo il caso Perkovic, lo 007 di Tito protetto dalla legge sull’estradizione, Bruxelles annuncia la sanzione nei confronti degli eurodeputati

TRIESTE. L’ultimatum dell’Unione europea sta per scadere. Entro il 23 agosto la Croazia dovrà comunicare ufficialmente a Bruxelles quando la sua legislazione relativa all’estradizione sarà omologata a quelli che sono gli standard comunitari. Le sanzioni in caso di mancata ottemperanza degli obblighi europei sono pronte. Le ha preannunciate lo stesso commissario Ue alla Giustizia, Viviane Reding: «Per la Croazia scatterebbe - ha annunciato - in pratica la sospensione dall’Unione europea con la sottrazione a Zagabria del diritto di voto all’Europarlamento».

Ma che cos’è che ha fatto scatenare l’ira di Bruxelles? Il Sabor (Parlamento) croato ha a fine giugno, a soli due giorni dell’adesione all’Unione europea, promulgato una legge in base alla quale tutti i cittadini croati ricercati dalla giustizia degli altri ventisette Paesi Ue possono essere estradati solamente però se il reato per il quale vengono perseguiti è stato commesso dopo il 7 agosto del 2002, data in cui Zagabria ha deciso di rispettare la norma europea relativa all’estradizione. L’opinione pubblica croata rimase alquanto stupita da una siffatta decisione. Si pensava che una simile norma sarebbe andata a vantaggio di trafficanti di droga, contrabbandieri, truffatori e criminali comuni ricercati dalla giustizia di altri Paesi europei.

In verità però il bubbone è scoppiato quando si è saputo che la norma in effetti sarebbe una vera e propria legge ad personam a vantaggio di Josip Perkovic, un ex 007 di Tito (volgarmente detto in Croazia “špiun Udbe”) ricercato in Germania per l’omicidio di un fuoriuscito croato, un certo Stjepan Djurekovic, avvenuto nel 1983 in Baviera. Berlino che ha spiccato un mandato di cattura internazionale nei confronti di Perkovic già nel 2005 ha anche messo una taglia di 12mila euro sul capo dell’ex 007 titino. E così la norma in Croazia ha ricevuto l’appellativo di “lex Perkovic”, una decisione cui nessuno riesce a dare una spiegazione che però il premier Zoran Milanovic (centrosinistra) ha definito «del tutto lecita». Sgomento invece tra tutte le cancellerie europee al punto che il caso è stato ufficialmente sollevato anche dai membri del corpo diplomatico dei Paesi europei accreditati in Croazia.

Ma i più “arrabbiati” sono, ovviamente, i tedeschi. Al punto che il presidente della commissione per gli Affari europei al Bundestag, Gunther Krichbaum ha dichiarato al quotidiano di Zagabria Ve›ernji list che la Germania dopo il cambiamento della normativa sull’estradizione attuato dalla Croazia «si sente presa in giro», sottolineando come il voto del Parlamento tedesco sulla ratifica del Trattato di adesione della Croazia all’Ue avrebbe avuto un altro esito se l’emendamento alla legge Zagabria lo avesse effettuato prima del voto dell’assemblea tedesca.

Intanto dal ministero degli Esteri e da quello della Giustizia croati giungono timide e silenziose precisazioni in base alle quali si annuncia che «la norma oggetto di pesanti critiche potrebbe essere emendata già a settembre».

E che questo stia per avvenire in breve lo conferma, come riporta il quotidiano sloveno Delo, anche la dichiarazione del presidente croato Ivo Josipovic rilasciata alla tv pubblica nella quale ha affermato di «non vedere nulla di male nell’emendare una legge fortemente criticata dall’Ue». Ricordiamo che Saša, il figlio di Josip Perkovic, è un consigliere molto vicino allo stesso Josipovic. Per gli analisti croati il messaggio del capo dello Stato è molto chiaro: «Caro Perkovic è meglio che inizi a preparare le valigie per il tuo viaggio in Germania». Di sola andata.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo