In bilico il rientro in aula a partire dal 7 gennaio, il Fvg si prepara al rinvio

Definito nei dettagli a livello regionale il piano per la ripresa delle lezioni fisiche. Ma Roma è orientata a far slittare la data. E anche in regione ormai ci si rassegna
Students study on the street in front of the Palazzo della Regione Lombardia (Regional Assembly) to protest against the closure of the school imposed by the dpcm government for the increase in covid infections, Milan, Italy, 13 November 2020. ANSA/Mourad Balti Touati
Students study on the street in front of the Palazzo della Regione Lombardia (Regional Assembly) to protest against the closure of the school imposed by the dpcm government for the increase in covid infections, Milan, Italy, 13 November 2020. ANSA/Mourad Balti Touati

TRIESTE. Pronti per partire il 7 gennaio, ma senza sapere se sarà possibile farlo. Anzi, con la preoccupazione, fondata, di un rinvio a data da destinarsi. Gli attori della scuola regionale in tempi di pandemia, domani in conferenza stampa a Trieste, illustreranno il piano di rientro in classe degli istituti superiori, con la novità degli ingressi scaglionati: il frutto del confronto di dicembre sui fronti anche della sicurezza, della salute e del trasporto pubblico locale, il fattore chiave per ridurre il rischio assembramenti prima e dopo le lezioni. La questione è nazionale e, se Roma cambierà idea rispetto alla previsione del ritorno a scuola giovedì, la Regione dovrà necessariamente prendere atto. Nonostante gli sforzi delle ultime settimane.

«Un buon lavoro – riassume il prefetto di Trieste Valerio Valenti – che ha consentito di varare un piano che, in caso di slittamento, rimarrà comunque valido nella sua concezione». In giunta c’è non poca prudenza. Alessia Rosolen, assessore all’Istruzione, rimanda i commenti all’appuntamento con i media, ma sa per prima che il clima non è favorevole.

Proprio ieri sul Piccolo il virologo dell’Università statale di Milano Fabrizio Pregliasco, pur considerando sensato il tentativo di riaprirle almeno parzialmente, parlava di «scuole pericolose, con l'attuale circolazione del virus, sia per quello che vi succede dentro sia per il traffico che innescano». E dopo che il governatore Massimiliano Fedriga ha sostenuto la necessità di ricominciare in presenza «solo quando si sarà certi di poter continuare fino a fine anno», il collega del Veneto Luca Zaia, sempre ieri, è stato altrettanto netto su Repubblica: «Un’aula rischia di essere il terreno di coltura per il virus che poi si propaga sui bus e fuori dall’istituto».

Pure dall’Istituto superiore di sanità non arrivano certezze, tutt’altro. Nel report di fine anno, quello in cui il Fvg si ritrova con un Rt vicino alla soglia 1, si legge che «l’impatto della chiusura e della riapertura delle scuole sulle dinamiche epidemiche rimane ancora poco chiaro» e ancora che «le scuole possono a seconda del contesto esterno e della situazione epidemiologica contribuire a rallentare o accelerare la diffusione del virus».

Riccardo Riccardi, assessore alla Sanità, renderà noti domani i dati aggiornati. Nel report ministeriale di metà ottobre – un focus su 166 scuole su 167, 140.401 studenti e 7.329 classi – erano emerse 215 positività tra gli allievi, 32 tra i docenti e nove tra tecnici e impiegati, con 1.763 persone costrette alla quarantena e 1.433 ragazzi obbligati a rinunciare alle lezioni in presenza. Numeri tutto sommato bassi, ma è appunto il contesto a preoccupare. «Stiamo parlando con il governo – dice Riccardi –, ma la partita riguarda il Paese, non solo noi».

Insomma, il Fvg si prepara per il 7 gennaio, ma non esclude un altro stop. «Se il punto di vista sanitario chiederà il rinvio, ci adegueremo», osserva anche l’assessore ai Trasporti Graziano Pizzimenti. Lui, la sua parte, assicura di averla fatta. Riunione dopo riunione, sotto il cappello delle Prefetture e con i paletti del 50% del riempimento mezzi e della presenza a scuola, da far salire gradualmente al 75%, Regione, Tpl Scarl, il gestore del trasporto pubblico Fvg, e imprese di noleggio con conducente hanno stretto un accordo per l’utilizzo di 120 veicoli privati, che serviranno in particolare in Friuli. La giunta regionale, tra l’altro, ha comunicato l’intenzione di mettere in campo anche la Protezione civile. «Il compito dei volontari - precisa ancora Riccardi - sarà quello di collaborare con le forze di polizia impegnate nei controlli per il mantenimento delle distanze e per evitare situazioni di assembramento».

A Trieste, come anticipato a metà dicembre dall’ad di Trieste Trasporti, Arriva Udine e Tpl Fvg Aniello Semplice, si punterà invece esclusivamente sull’offerta flessibile. Nel sito della Prefettura di Trieste sono pubblicati orari della prima campanella e dei bus. A seconda degli istituti si entrerà in classe tra le 7.45 e le 9.15 e si uscirà tra le 12.45 e le 16. Sul fronte del trasporto su rotaia, infine, si sta lavorando per incrementare i servizi da Trenitalia e da Ferrovie Udine Cividale. 
 

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