In aula la legge “antimafia” firmata M5S
TRIESTE. Corruzione, estorsione e appalti. I fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso, in continuo aumento in Fvg come più volte documentato dalle relazioni delle Procure e della Dia, spingono il M5S a farsi avanti con una nuova legge di contrasto e prevenzione. La norma, che la prossima settimana sarà presentata nei dettagli dal gruppo in Consiglio regionale, propone due strumenti concreti. Il primo: la costituzione di una Commissione ad hoc preposta a verificare l’attuazione delle norme nazionali. Ma anche a raccogliere dati sulle indagini e sui risultati investigativi messi a segno, in modo da creare un sistema informativo sul settore. La Regione disporrebbe così di un proprio organismo interno, di nomina consiliare ma comunque esterno ai partiti e al mondo politico. Un gruppo di esperti, un po’ come avviene per i garanti. La Commissione, stando alle intenzioni dei Cinque Stelle, dovrà presentare annualmente all’aula e alla giunta regionale una relazione dettagliata sulle attività e sul fenomeno.
In seconda battuta il provvedimento punta a istituire una sorta di sportello web a disposizione dei cittadini per segnalare fatti, chiedere aiuti e consulenze. «Uno strumento che lanceremo anche come M5S - anticipa Cristian Sergo, primo firmatario della norma -. Con questa legge intendiamo capire a fondo quali sono le manifestazioni mafiose nel nostro territorio e quali possono essere gli strumenti più adeguati per combatterlo e arginarlo. Il fenomeno esiste, vogliamo evitare che si diffonda ancora di più. Tra l’altro - aggiunge - in tutta la nostra legislazione la parola mafia di fatto non esiste. Credo sia giunto il momento di impegnarsi con decisione su questo fronte. Il tema è caldo, considerando le varie relazioni che si sono susseguite negli ultimi anni, oltre all’ultima visita della Commissione parlamentare antimafia di quest’estate. Non possiamo certamente stare fermi».
La norma, prima di approdare in Consiglio, sarà sottoposta al giudizio di alcuni esperti. «Già a dicembre dello scorso anno, durante la discussione generale dedicata alla Finanziaria, - ricorda Sergo - avevo ripreso l’allarme del Procuratore Mastelloni sull’espansione della criminalità organizzata in Fvg e i tentativi, da parte dei mafiosi, di cercare appoggi con la politica. Per approfondire la questione avevo domandato un’audizione della Procura, ma poi non s’è ne fatto nulla. È per questo che ci siamo mossi preparando una legge adeguata».
Gli interessi di cosche siciliane, ‘ndrine calabresi, clan camorristici e sodalizi pugliesi erano tornati a galla proprio recentemente, nell’ultimo rapporto della Dia illustrato in Parlamento a inizio settembre. Rapporto che aveva riacceso i riflettori su casi di riciclaggio di denaro sporco, operazioni finanziarie, traffico di droga in Porto e al confine, oltre che sul rischio di infiltrazioni nelle grandi opere.
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