In arrivo nuove regole per l’accesso al nido di Trieste: niente quote stranieri, l’Isee non darà punti

Crocifisso in ogni aula, priorità ai residenti. Favoriti i bimbi “fragili”, le famiglie con genitori che lavorano e quelle numerose

TRIESTE La giunta si prepara a modificare il Regolamento degli asili nido comunali. Le nuove graduatorie daranno la priorità a situazioni di fragilità, ad alcune condizioni lavorative dei genitori considerate “particolari” nonché all’entità del carico familiare. La residenza avrà la precedenza sul domicilio. Un’altra novità riguarderà l’Isee: l’indicatore non darà più diritto a punteggio, pur restando determinante rispetto alle fasce tariffarie. È inoltre previsto il crocifisso in classe ma non il tetto alla presenza di bambini stranieri. La bozza, che venerdì andrà in commissione, ricalca in effetti a grandi linee il testo già in vigore nelle materne: «L’idea è rendere omogenei i servizi per l’infanzia e quelli per la prima infanzia», spiega Angela Brandi, assessore all’Educazione.

Nella bozza si legge che chi è domiciliato sul territorio comunale senza esservi residente potrà essere accolto «ove risultino posti ancora disponibili», mentre al momento le due condizioni sono equiparate. Questa è dunque la principale novità, rispetto ai requisiti di accesso, per il resto canonici: l’età, ad esempio, o l’assoluzione dell’obbligo vaccinale.

«Ovviamente si dice sì prima a chi risiede in città», prosegue Brandi: «I dimoranti saranno accolti nei limiti della disponibilità. L’altro principio chiave è il ruolo centrale del bambino e della famiglia. È prevista la presenza del crocifisso ma, a differenza delle materne, qui non c’è limite alle iscrizioni di stranieri. Sarebbe impossibile al caso trovare sistemazioni alternative, perché i nidi non sono distribuiti capillarmente».

Dal nuovo testo è stato inoltre eliminato il riferimento al fatto che chi è in possesso dei requisiti in questione possa accedere al servizio «senza distinzione di sesso, religione, lingua, etnia e gruppo sociale, anche se di nazionalità straniera o apolide». Brandi motiva la scelta spiegando che «nella definizione di dimoranti oppure di residenti sono già compresi gli altri casi specifici. Abbiamo snellito il Regolamento, al fine di renderlo più leggibile».

I nuovi punteggi saranno così attribuiti in base a tre macro-aree: fragilità, situazione lavorativa e carico familiare. Nella prima rientrano innanzitutto i bambini con disabilità oppure soggetti a rischio sociale, che dev’essere certificato dal Servizio sociale del Comune (300 punti). Seguono gli orfani (150) o i componenti di un nucleo familiare con una persona con disabilità (90).

Le situazioni occupazionali che daranno diritto a punti sono quelle in cui entrambi i genitori lavorano o studiano (100), ma anche quelle di pendolarità o turni di notte (40). Quanto al carico familiare, si avvantaggeranno i nuclei più numerosi (90 punti per ogni minore di 15 anni presente), le mamme in stato di nuova gravidanza (40) e i bambini in preaffido o adottati (30).

«Si tratta di una razionalizzazione rispetto alle tabelle vigenti», commenta ancora l’assessore: «Le situazioni di svantaggio hanno massima urgenza. Particolare attenzione anche ai genitori che lavorano, perché hanno meno possibilità di occuparsi dei figli, e alle famiglie numerose. E se un bambino viene accolto lo saranno anche i suoi fratelli. Gli altri non saranno esclusi, avranno semplicemente meno priorità».

Attualmente pure l’Isee dà diritto a un punteggio valido per l’ammissione, in maniera proporzionale alla fascia economica d’appartenenza. Nel nuovo Regolamento ciò verrà meno, anche se l’indicatore continuerà a determinare le tariffe mensili a carico delle famiglie, che resteranno invariate (si legga a lato, ndr).

Tale scelta ha attirato le critiche di una parte dell’opposizione (articolo sotto, ndr) al quale Brandi replica: «Il nostro è un criterio di equità perché l’Isee non si può conteggiare due volte. Eliminato dai punteggi, ritorna infatti nel determinare il tariffario. Ma, a parità di punteggio, avrà comunque la precedenza il bambino con l’Isee più basso».—


 

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