In arrivo la stretta sui vaccini a scuola in Fvg

TRIESTE. Il centrosinistra regionale cambia strada sui vaccini. Non più soltanto sensibilizzazione e informazione, ma anche obblighi potenziali per le famiglie che non optano per la regolare profilassi.
Dopo una riunione tenutasi ieri tra le forze di maggioranza, l’impostazione morbida si irrigidisce per effetto della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha confermato la validità della linea intrapresa dal Comune di Trieste, che ha subordinato la possibilità di frequentare gli asili al rispetto delle vaccinazioni obbligatorie. L’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca ha sempre insistito sulla scarsa utilità della coercizione, ma oggi il centrosinistra presenterà in Sesta commissione una proposta che chiederà ai genitori di rendere noto il libretto delle vaccinazioni agli asili e alle scuole pubbliche e private dove intendono iscrivere i propri ragazzi.
Non si imporrà l’aut aut, come fatto a Trieste, ma ci sarà comunque una pressione sulle famiglie.
Le vaccinazioni sostenute saranno infatti comunicate dalle scuole all’Azienda sanitaria competente: la lista comprenderà tutte le vaccinazioni e non solo le quattro obbligatorie (difterite, tetano, poliomielite e epatite B). La norma fisserà anche i tassi minimi di copertura vaccinale che l’istituto dovrà rispettare, ma nella maggioranza c’è chi vorrebbe aumentare lo zoom fino alle singole classi.
Qualora le scuole finiscano sotto la soglia, le aziende sanitarie chiederanno di convocare i genitori contrari alla vaccinazione, per informarli sui rischi della propria scelta attraverso incontri individuali e di gruppo. Dopo la fase di informazione, la nuova legge introdurrà quella di sanzione. Se l’istituto sarà infatti al di sotto della percentuale di guardia, i bambini non vaccinati potrebbero essere costretti a cambiare classe o venire allontanati dall’istituto. Ai sindaci sarà inoltre dato il potere di chiudere la scuola dove si verifichi - ma si tratta di un’ipotesi ritenuta improbabile - il mancato rispetto della soglia minima, che sarà comunque parecchio al di sotto di quella considerata ottimale dall’Oms, pari al 95%.
La proposta arriva dopo il fallimento dell’intesa con il centrodestra, sostenitore della proposta di legge di Luca Ciriani (Fdi), favorevole alle vaccinazioni obbligatorie per la frequenza dell’asilo. Secondo Renata Bagatin (Pd), presidente del comitato ristretto che ha tentato la mediazione, «imporre l’obbligatorietà è una strumentalizzazione: i quattro vaccini sono già obbligatori per legge statale e molte malattie trasmissibili sono coperte da quelli non obbligatori.
La nostra proposta guarda anche a questi ultimi e introduce delle sanzioni, ma continua a puntare sull’informazione». Nella maggioranza c’è tuttavia anche chi ritiene necessaria l’obbligatorietà pura e semplice, dal momento che il principio esiste sulla carta ma non viene fatto osservare. È il caso della dem Chiara Da Giau: «Introdurre il rispetto della legge come criterio d’accesso all’asilo è un modo di dire che i vaccini servono e sono sicuri». Di parere quasi opposto la collega di partito Silvana Cremaschi: «I livelli vaccinali alti si ottengono grazie alla sensibilizzazione. Imporre sanzioni senza informare le famiglie ha un senso relativo».
Telesca sposa la linea mediana, dopo aver salutato con favore il parere del Consiglio di Stato sull’obbligatorietà: «Stiamo perseguendo una soluzione equilibrata, che considererà anche il caso di malattie come il morbillo. Resta comunque importante la sensibilizzazione, perché la riduzione delle vaccinazioni è figlio di un calo dell’attenzione da parte delle autorità sanitarie e delle famiglie».
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