In arrivo i negozi Polo del Gusto targati Gruppo Illy: in Borsa con pasticceria e cioccolato
TRIESTE Andrea Macchione è il nuovo (e primo) amministratore delegato del Polo del Gusto, la subholding costituita lo scorso anno dalla famiglia Illy (presidente è Riccardo Illy), nata per gestire tutte le attività al di fuori del caffè, vale a dire la pasticceria Agrimontana, il cioccolato Domori, la casa vinicola Mastrojanni, il tè Dammann Frères e il gelato Fgel.
Macchione, puntate a trovare un partner di minoranza che resti 10 anni con obiettivo la quotazione. Qual è il suo identikit?
«Il nuovo potenziale investitore deve essere disponibile a restare all’interno del progetto per almeno dieci anni. Guardiamo anche a fondi di investimento e family office interessati a diversificare. Ipotizziamo una iniezione di liquidità di 50-100 miioni per una quota fra il 20 e il 40%. L’obiettivo è arrivare alla scelta del partner entro l’estate».
Il collocamento del minibond Domori ha avuto molto successo. Si tratta del primo approccio al mercato da parte del gruppo Illy. Si prepara nel medio periodo lo sbarco in Borsa? Con quali tempi e con quali società?
«Il progetto del Polo del Gusto ha l’ambizione di comprendere aziende con caratteristiche uniche. E quindi pensiamo sia possibile la quotazione delle diverse società opeative a partire da Damman Frères, Domori e Mastrojanni. Ma in prospettiva non escludo neppure l’ipotesi di una possibile quotazione della subholding Polo del Gusto».
Lei è il primo amministratore delegato del Polo del Gusto che si presenta per la prima volta con un progetto industriale. Come pensate di sviluppare la vostra offerta?
«In primo luogo dobbiamo individuare un partner finanziario con cui segnare una strada di sviluppo. Quindi valuteremo opportunità sul mercato per ampliare il nostro bouquet di offerta cercando aziende di qualità e incrementando le sinergie. L’equity che andremo a recuperare attraverso la cessione di una quota di minoranza del Polo servirà non solo alla crescita per linee esterne ma anche agli investimenti delle aziende del Polo».
Ad esempio?
«Dammann Frères, che fu la prima azienda ad introdurre il tè in Francia, pensa a nuovi siti produttivi. Anche Domori, realtà d’eccellenza nel mondo del cioccolato super premium, ha in programma di creare un nuovo polo logistico e produttivo».
Come pensate di valorizzare ulteriormente i vostri prodotti, dalla cioccolata al the?
«Nel 2004, con la costituzione della holding familiare Gruppo Illy, è stato perseguito un obiettivo strategico con un’attenzione, non casuale, alle origini affiancando al caffè il tè, il cioccolato, il vino e la frutta conservata. Oggi il Polo del Gusto potrebbe acquisire aziende produttrici di biscotti e caramelle in grado di integrarsi bene ad esempio con Agrimontana leader nella produzione di alta qualità di confetture, frutta candita e marroni oppure la cioccolata di Domori.
Su quali mercati?
Ci guardiamo intorno in Italia, Regno Unito e Francia. Fra le possibili strade per crescere penso all’acquisizione di una cantina di Barolo in Italia per creare il connubio con il Brunello di Montalcino prodotto dalla nostra azienda vitivinicola Mastrojanni».
Nel marzo 2019 avete acquisito Prestat, storico brand inglese di cioccolato e fornitore della Casa Reale.Vi preoccupa la Brexit?
«Il mio auspicio è che si trovi la forma migliore di collaborazione commerciale. Dal punto di vista operativo devo sottolineare le grandi difficoltà che noi di Domori abbiamo nello sdoganare tutti i prodotti che provengono dalla Gran Bretagna. Molte meno sono le difficoltà quando invece spediamo prodotti dall'Italia verso la Gran Bretagna. Quest’anno Prestat, di cui abbiamo chiuso in febbraio la piena acquisizione, completerà l’integrazione con Domori mantenendo ovviamente un marchio che ha una visibilità storica».
Pensate di integrare il marchio Polo del Gusto in un unica presenza distributiva nelle città?
«Tutti i nostri prodotti hanno una propria rete di distribuzione. Il modello Domori, basato su filiera e ricette “corte” e rigorose, è oggi largamente ripreso dai produttori di tutto il mondo. Già oggi distribuisce i prodotti delle aziende di Polo del Gusto come lo champagne Taittinger in Italia. Nei progetti c’è la creazione di una rete di negozi Polo del Gusto in aeroporti, stazioni ferroviarie e in alcune città italiane di medie dimensioni. Magari il primo lo apriremo a Trieste».
Qual è stato l’impatto della pandemia sul canale Horeca?
«Anche il mondo Polo del Gusto, soprattutto Agrimontana, ha patito le chiusure di bar e ristoranti e i lockdown nelle grandi città europee. Il fatturato è sceso dagli 89 milioni del 2019 ai 75 milioni del 2020 con cali per le singole aziende dal -5% di Domori al -15% di Damman. La crisi ha però spinto molto i consumi online.
Come pensate di sviluppare le vendite via Internet?
Vogliamo creare un’unica piattaforma di e-commerce che riunisca tutte le nostre eccellenze. La crisi sta spingendo i consumatori a scegliere prodotti di qualità e con buone materie prime. Il Polo del Gusto permetterà alle nostre aziende di crescere in un mercato molto attento alla biodiversità. Siamo molto resilienti. Ci aspettiamo una ripresa delle vendite già a settembre» —
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