In arrivo 119 milioni alle aziende del Tpl
TRIESTE Arrivano i soldi per il Tpl regionale. La giunta li consegna alle quattro società provinciali chiamate a gestire il servizio anche nel 2016 in attesa del completamento della partita del gestore unico regionale (slittata, causa ricorsi, al 2017). Prorogati lo scorso dicembre i contratti per l’anno in corso, e quantificato un costo di 132,2 milioni, l’esecutivo ha anticipato il 90%, quasi 119 milioni di euro distribuiti agli enti di area vasta.
Le cifre sono nero su bianco in delibera. Il corrispettivo complessivo era noto: visto l’andamento degli indici Istat è lo stesso importo del 2015. La giunta provvede ora a rispondere alle note provinciali in cui è stato formulato l’interesse di erogare alle rispettive aziende di gestione del Tpl acconti pari ai nove decimi del valore contrattuale annuale. Di qui l’assegnazione di 46,8 milioni alla Provincia di Trieste, 14,8 a quella di Gorizia, 38,9 a Udine e 18,4 a Pordenone. Soldi iva compresa. Si completa così l’iter necessario ad assicurare la continuità del servizio, in attesa della conclusione della procedura di messa a gara da 1,95 miliardi per la gestione di bus, tram e trasporto marittimo.
Dopo aver autorizzato, su proposta dell’assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità Mariagrazia Santoro, le quattro amministrazioni provinciali alla proroga dei contratti, la giunta distribuisce i fondi da destinare alla copertura degli impegni assunti con le società preesistenti: Trieste Trasporti, Apt Gorizia, Saf Udine e Atap Pordenone. L’erogazione arriva a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle offerte del bando che la Regione è stata costretta a riscrivere a seguito della lunga stagione di ricorsi da parte di Busitalia, società delle Ferrovie dello Stato. Oggi, infatti, si chiuderà la gara per l’affidamento del Tpl del Friuli Venezia Giulia per un decennio. Un “pacchetto” che contiene quasi 42 milioni di km all’anno e oltre 51mila miglia di trasporto marittimo, cui si aggiungono 630.000 km automobilistici extraurbani, 110.000 km in area montana, 70.000 km sostitutivi del treno e 370.000 km in provincia di Trieste da riprogettare.
Nell’ultima stesura del testo è cambiato in realtà un solo punto, quello dell’obbligo di acquisto del parco mezzi, il cui valore è stato riaggiornato in 155 milioni di euro, tenuto conto delle sostituzioni dei veicoli che avverranno nel corso del 2016, in vigenza degli obblighi contrattuali da parte degli attuali gestori anche sugli standard qualitativi, che porteranno l’età media a 5,5 anni circa. I vari passaggi al Tar e in Consiglio di Stato avevano lasciato irrisolta quell’unica questione aperta da Busitalia (che in associazione temporanea d’impresa con Autoguidovie aveva contestato inizialmente larga parte del bando).
Preso atto che il Consiglio di Stato non si è pronunciato nel merito e, con argomentazioni di natura processuale, ha ritenuto vincolanti le determinazioni dei giudici amministrativi, la giunta ha dunque provveduto alla correzione del bando pubblicato a ottobre 2014 introducendo la facoltà di acquisto, e dunque non più dell’obbligo, del parco rotabile utilizzato per lo svolgimento dei servizi di Tpl. Tutto questo senza tuttavia far venire meno il paletto della qualità. Passare dall’obbligo alla facoltà di acquisto imporrà comunque al vincitore della gara l’impegno al rimodernamento dei mezzi, in quanto al soggetto che decidesse di non procedere a versare i 155 milioni verrà comunque richiesto uno standard con almeno le medesime qualità, se non migliori, dell’attuale. Se non ci saranno altri intoppi, a fine anno si dovrebbe avviare il nuovo corso. A tutela del puntuale avvio del servizi nelle date che saranno previste dagli offerenti, è stata pure introdotta la previsione di una garanzia, costituita da una fideiussione bancaria. Il suo valore è pari alla differenza tra il costo per la prosecuzione del servizio in proroga tecnica e quello offerto dall’aggiudicatario.
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