In arrivo 1,2 milioni per chi perde il lavoro nelle fabbriche in crisi

Il fondo per la mobilità in deroga rimesso in campo dalla Regione proprio per le emergenze triestine
Foto BRUNI 11.04.2018 Sertubi-assemblea operai-sindacati
Foto BRUNI 11.04.2018 Sertubi-assemblea operai-sindacati



L’istituto si chiama “mobilità in deroga a favore delle lavoratrici e dei lavoratori dell’area di crisi industriale di Trieste”. Un ammortizzatore sociale che viene gestito dalla Regione Fvg e che sarà riproposto nel 2019 con una dotazione finanziaria di circa 1,2 milioni di euro: ieri mattina le modalità di concessione sono state discusse e condivise con le parti sociali.

La posta è più o meno quella che era stata messa sul 2018 e che ha consentito una cinquantina di interventi, in buona parte dedicati a Sertubi, poi alle Coop operaie e a Wärtsilä. Un provvedimento pensato per la specifica situazione triestina, come ha sottolineato l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen, secondo cui «l’intento è di perseguire una sempre più stretta integrazione tra politiche industriali, politiche passive e politiche attive del lavoro, in un quadro di costante condivisione con le parti sociali».

Un appunto di Luca Antonicelli, il funzionario regionale che si occupa di ammortizzatori sociali e di relazioni industriali, precisa la portata e il perimetro di questa “mobilità in deroga”. Essa può essere concessa tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2019, senza soluzione di continuità con un precedente trattamento di mobilità ordinaria o in deroga, anche a seguito - chiariscono gli uffici - di precedente concessione del trattamento così come previsto dalle intese regionali del 2017 e del 2018.

Cinque i requisiti per accedere all’ammortizzatore. In primo luogo alla data di presentazione della domanda il lavoratore deve essere disoccupato; poi avrà perduto il posto in un’unità produttiva all’interno dell’area triestina di crisi industriale complessa; in terza battuta avrà esaurito il trattamento di mobilità tra il 31 dicembre 2018 e il 30 dicembre 2019; quando presenta la domanda, non dovrà aver maturato i requisiti per il pensionamento; ultimo ma non ultimo, il disoccupato parteciperà ai percorsi di politica attiva del lavoro.

Seguono infine le indicazioni procedurali: la domanda va presentata all’Inps solo in via telematica entro 60 giorni dalla scadenza del precedente trattamento di mobilità. Capitolo a parte per quei lavoratori la cui mobilità sia scaduta nel periodo tra il 31 dicembre 2018 e il 12 marzo 2019 (cioè ieri): in questi casi la domanda deve essere inoltrata entro il 14 maggio.

Certo, date queste caratteristiche è evidente che si tratta di un istituto a integrazione di un sistema di tutele per chi perde il posto. Comunque, in considerazione della possibile recrudescenza del quadro economico, la Regione ha ritenuto di rifinanziare uno strumento utilizzabile nelle emergenze dis/occupazionali. La Rosolen, insieme al collega Sergio Bini, ha recentemente coordinato un tavolo dedicato alle crisi del territorio. I sindacati hanno parlato di mille posti a rischio nel settore industriale, un dato che è stato contestato dall’assessore al Lavoro, in quanto ritenuto sopravvalutato e “drogato” dalla presenza della Ferriera, per la quale in verità non è stato ancora dichiarato alcuno stato di crisi. Esistono alcune situazioni di acclarata difficoltà, la più importante riguarda la Burgo, dove sono già saltati 87 posti e rischiano i restanti 225. Grande punto di domanda su Wärtsilä: Helsinki farà sapere tra un mese quanti potranno essere gli esuberi a Trieste. Il 29 marzo scade il primo termine per la presentazione del piano industriale Kipre-Dukcevich: lo stabilimento di San Dorligo è uno dei siti più vulnerabili. —



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