In 4 anni raddoppiate le richieste d’aiuto
Goriziani sempre più poveri. In quattro anni le richieste d’aiuto sono raddoppiate. Ad evidenziarlo il Comune di Gorizia, gli enti caritatevoli e tutte quelle realtà che forniscono pasti e sussidi a chi è più in difficoltà. Oggi puntiamo i riflettori sull’importante attività caritativa svolta dalla Chiesa di Gorizia.
Il supermercato dei poveri Partiamo dall’Emporio della solidarietà, quello che abbiamo chiamato “supermercato dei poveri”. Oggi sono attive 460 tessere e si può calcolare una media di tre persone per tessere. Gli utenti che si rivolgono all’Emporio sono uomini nel 60% dei casi. Il 56,5% dei possessori di tessera è rappresentato da cittadini italiani mentre il restante 43,5% dagli stranieri così suddivisi: Europa dell’Est 23%, Africa 16,5%, Asia 3% e Sudamerica 1%. L’etnia più presente è quella kossovara con 46 tessere familiari, seguita da quella marocchina (33 tessere) e dalla bosnica (28 tessere). I nuclei familiari composti da almeno quattro persone sono il 33% del totale, le famiglie di due o tre persone il 37%, i single il 30%. L’Emporio ha sede in via Faiti 15/b ed è aperto quattro giorni alla settimana. Ma qual è l’iter da seguire? I soggetti in difficoltà, anche temporanea, possono rivolgersi al “Centro di ascolto” dove viene compilata la scheda di richiesta-credito per alimenti. Avuto parere positivo dalla commissione di valutazione, viene rilasciata una tessera personale e nominativa sulla quale, con il sistema del codice a barre, vengono caricati mensilmente i punti a scalare che permettono gli acquisti all’Emporio. La tessera ha validità limitata fino a tre mesi ma, nel caso del protrarsi di una situazione di difficoltà economica, è possibile richiedere il rinnovo. Si possono trovare pasta, riso, olio, farina, latte, biscotti ma anche alimenti per neonati e prodotti per l’igiene della persona e per la pulizia della casa.
Dormitorio e Centri d’ascolto Il dormitorio Faidutti, dal 2007, ha accolto circa 100 persone l’anno, «di cui - si legge in una nota - 80 richiedenti-asilo senza alcuna convenzione a carico della Diocesi». Insomma, senza i 35 euro che lo Stato stanzia giornalmente per l’accoglienza di ogni migrante. Importanti anche i dati dei Centri di ascolto che testimoniamo come la morsa della crisi ancora non si è allentata e sta presentando il conto, giorno dopo giorno.
«Restando a Gorizia, il Centro d’ascolto di San Rocco - fa sapere la Diocesi - ha seguito nel corso dell’anno un totale di 30 persone: più italiani che stranieri. Quello della parrocchia del Sacro Cuore segue abitualmente 24 persone (anche qui gli italiani sono più numerosi) mentre al centro di Lucinico si sono rivolte 37 persone».
Famiglie in salita L’intenzione dell’Arcidiocesi è di rilanciare anche il fondo straordinario “Famiglie in salita”: uno strumento che ha sostenuto con voucher, tirocini formativi e borse-lavoro 65 persone, di cui 44 uomini e 21 donne. Di queste persone 41 sono italiane e 24 straniere. L’età media va dai 40 ai 50 anni. La commissione istituita per deliberare gli inserimenti lavorativi ha approvato un sostegno ad altre 27 persone di cui si sta ancora cercando un luogo di lavoro. Di queste 17 sono uomini e 10 donne, 20 italiani e 7 stranieri. «Come per le persone già inserite nel lavoro la classe di età media è tra i 40 e i 50 anni - ha spiegato di recente l’arcivescovo Redaelli -. Come si può ben vedere, la crisi economica ha “creato” una nuova categoria di poveri: gli over 40 che hanno perso il lavoro e fanno difficoltà a ricollocarsi».
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