In 15 anni quintuplicati gli abbattimenti dei cinghiali a Gorizia

GORIZIA Quindici anni fa veniva abbattuto un centinaio di cinghiali. Nella stagione venatoria 2014/2014 sono stati 507 i cinghiali oggetto di abbattimento.
Basterebbe questo dato statistico desunto da una relazione della Provincia per capire come «negli ultimi anni - spiega l’assessore provinciale all’Ambiente, Mara Cernic - si è assistito ad un aumento generalizzato della specie cinghiale nel territorio isontino ed in particolar modo nell’area a forte vocazione vitivinicola quale il Collio goriziano. Da un’analisi dei censimenti ed una più realistica analisi degli abbattimenti, l’aumento medio della specie degli ultimi 15 anni si attesta intorno al 14%».
Le leggi regionali 6/2008 e 14/2007 attribuiscono alle Province varie competenze legate in parte alla gestione della specie cinghiale. In particolare esse sono chiamate ad intervenire nell’indennizzo dei danni, nonché nell’attuazione dei provvedimenti di prelievo in deroga. «Noi abbiamo sempre messo in atto una stretta collaborazione con il mondo venatorio per la gestione della specie, impegnandoci anche nella promozione di studi di popolazione volti alla corretta modulazione degli abbattimenti per contenere o perlomeno gestire con una visione tecnico-scientifica di alto profilo, le alte densità presenti nelle aree a coltura pregiata del Collio goriziano - spiega Cernic -. Dall’analisi della piramide delle età dei cinghiali abbattuti nel distretto Collio, risulta evidente come lo squilibrio del prelievo a favore dei maschi sia accompagnato da una mancata distribuzione dello stesso nelle diverse classi d’età sia nei maschi che nelle femmine, con il risultato che gli abbattimenti effettuati non sortiscono l’effetto di contenimento della popolazione». Oltre ad una stretta collaborazione con i cacciatori per una sempre più attenta gestione venatoria della specie cinghiale ed una promozione dei mezzi ecologici di contenimento del danno (37.823 euro investiti dalla Provincia) senza tener conto delle iniziative private, sono state messe in atto delle autorizzazioni di prelievo in deroga alla specie. «Tali provvedimenti negli anni precedenti hanno visto il coinvolgimento degli esperti formati e provenienti dal mondo venatorio, permettendo il prelievo di circa una cinquantina di capi/anno per risolvere come extrema ratio alcune problematiche legate a danni all’agricoltura ed a pubblica sicurezza».
Il quadro è completato dai danni alle coltivazioni che raggiungono i 122.666,44 euro. Il tutto nell’arco di 12 mesi. «I danni all’agricoltura denunciati e quantificati sono importanti, e nonostante le misure di prevenzione messe in opera grazie al contributo provinciale o in forma autonoma dalle imprese agricole, essi non sono facilmente azzerabili vista l’alta densità della specie sul territorio provinciale, ed in particolar modo nell’area Collio di cui la situazione è stata negli anni oggetto di un più attento monitoraggio», conclude l’assessore provinciale.
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