Imu sui terreni agricoli, è di nuovo caos
Caos. Non vengono in mente altri termini per definire la situazione di scarsa chiarezza relativa all’Imu sui terreni agricoli. Ad oggi non si sa ancora se l’indigesta tassa dovrà essere pagata entro i termini prestabiliti o ci saranno proroghe, novità, colpi di scena. Insomma, una vicenda “perfettamente” italiana. Peraltro, la necessità di una nuova tassazione per i terreni agricoli collocati in Comuni totalmente o parzialmente montani nasce nell’aprile 2014 quando, per reperire le coperture necessarie al finanziamento del bonus da 80 euro, viene prevista dal decreto legge sul bonus Irpef la nuova tassazione.
Gli ultimi sviluppi Ora i passaggi dirimenti saranno due. La data del 26 gennaio, inizialmente individuata dal Governo come ultimo giorno per effettuare il versamento, è stata sospesa dal Tar del Lazio in attesa della pronuncia di merito attesa per il 21 gennaio (ovvero domani). Ma prima di quel giorno, e per giocare d’anticipo, il Consiglio dei ministri cercherà il 20 gennaio (ossia oggi) di trovare una soluzione alternativa ovvero rivedrà i criteri e la tempistica sull’imposta.
Intanto, a Gorizia, cinque cittadini hanno già pagato l’imposta. «Ma se dovessero esserci cambiamenti di direzione - spiega Anna Maria Cisint, dirigente dei Servizi economici del Comune di Gorizia - quanto versato verrà prontamente restituito ai contribuenti». «Del resto - aggiunge la funzionaria - noi, in queste settimane, abbiamo avvisato tutti i cittadini interessati al pagamento dell’Imu che il decreto era stato sospeso».
Ma la situazione è, a dir poco, ingarbugliata. L’assessore comunale al Bilancio Guido Germano Pettarin non le manda a dire. «Stiamo attendendo che il Governo ci dia un’indicazione normativa certa. Come si ricorderà, tale novità scatenò sin dalla prima ora una valanga di reazioni negative con conseguenti ricorsi amministrativi che hanno impugnato la legittimità della norma. Che dire? Stiamo ancora attendendo indicazioni, istruzioni». Pettarin si lascia andare anche a un commento politico. «Diciamola tutta: l’Imu sui terreni agricoli serve per raccogliere i 350 milioni di euro già messi a bilancio dal decreto sul bonus Irpef dell’aprile dello scorso anno. In sostanza, i Comuni non avranno alcun beneficio e si trasformeranno, per l’ennesima volta, negli esattori per conto del Governo. Sino a quando si continueranno a fare scelte di questo tipo non basate su necessità di sviluppo ma sul bisogno di trovare affannosamente coperture non andremo da nessuna parte...».
Il potenziale incasso Peraltro, non collimano nemmeno le previsioni di incasso perché il Governo, per Gorizia, ha già programmato un introito pari a 154mila euro sulla base di parametri non perfettamente chiari. «I nostri calcoli, invece, ci portano - spiega Anna Maria Cisint - a una previsione d’incasso sensibilmente inferiore: dai 97mila ai 98mila euro». Ciò significa che dovrà essere il Comune, motu proprio, a implementare la cifra andando a trovare la somma nel proprio bilancio. Ecco perché parlare di “caos” è davvero poco. Ricordiamo che, per come era stata immaginata nella sua versione originaria, l’imposta sui terreni agricoli è dovuta dagli intestatari di terreni al di sotto di 600 metri, ma con alcune particolarità. Nulla è richiesto ai Comuni della provincia autonoma di Bolzano che ha istituito l’Imposta municipale immobiliare, ai coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola, dei Comuni ubicati a un’altitudine tra 281 e 600 metri, ai coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali che hanno un terreno in comodato o in affitto, ai possessori di terreni a immutabile destinazione agro-silvo-pastorale a proprietà collettiva indivisibile e inuspicabile.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo