Imprenditore slovacco pronto a investire sul polo di Pramollo

Igor Rattaj mira alle quote di Hypo Bank e del Land Carinzia ed è interessato al collegamento funiviario con Pontebba

UDINE. Dopo una dozzina d’anni sta per cambiare la proprietà del polo sciistico di Pramollo-Nassfeld, con l’ingresso nella società di un investitore slovacco disposto ad acquistare le quote di Hypo Bank e anche quelle del Land Carinzia. Il nuovo arrivato si è detto pure interessato a realizzare il collegamento funiviario con Pontebba, resuscitando così il project financing della Regione, ormai dato per morto e sepolto dopo l’ultimatum alla controparte privata dato dall’assessora regionale del Fvg Maria Grazia Santoro e rimasto senza risposta. Ma quest’ultima è sollo una ipotesi, forse un po’ azzardata, che per ora conviene trascurare.

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È certo invece che a breve la Bergbahnen Nassfeld-Pramollo Spa, società proprietaria di tutti gli impianti di risalita in territorio austriaco, vedrà una rivoluzione al suo interno con l’arrivo del nuovo socio slovacco o, se non lui, di una cordata di investitori della zona. La ragione di tanta certezza è data dal fatto che Hypo Bank, socia per quasi un terzo (il 29,5%) del pacchetto azionario della Spa, intende liberarsi della sua quota per soddisfare con il ricavato parte dei suoi numerosi creditori. A essere precisi non si tratta più della ormai defunta Hypo Bank ma di Heta Asset Resolution, la bad bank nata dalle ceneri della holding carinziana, così da recuperare in un modo o nell’altro il fardello di crediti deteriorati lasciati dall’istituto e liquidare tutto il patrimonio immobiliare in suo possesso. Era accaduto lo stesso col resort turistico di punta Salvore, meglio noto un tempo come “il paradiso dei leghisti”.

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Ora è la volta della società di Pramollo. Hypo Bank vi era entrata nel 2003, quando stava per fallire. Arnold Pucher, pioniere del polo sciistico, aveva fatto il passo più lungo della gamba realizzando il Millennium Express, telecabina che collega il fondovalle carinziano con gli impianti in quota. L’impianto era entrato in funzione nella stagione 1999-2000, ma non aveva dato i risultati economici sperati. Hypo Bank, allora non ancora in crisi, era venuta in soccorso entrando nel capitale della società, e lo stesso aveva fatto il Land Carinzia con il 33%. Anche la compagnia di assicurazioni Grawe (socia di Hypo) aveva fatto la sua parte acquisendo il 3,81%.

La situazione è rimasta inalterata fino ad oggi. Ma Heta come detto ha fretta di liberarsi della sua parte e ha fissato al 19 gennaio il termine per far pervenire le offerte. Uno dei probabili acquirenti è lo slovacco Igor Rattaj, amministratore della Tatry Mountain Resorts Sa, il maggiore investitore della Slovacchia in campo turistico. La società è quotata alla Borsa di Bratislava ed è proprietaria di vari poli sciistici sugli Alti e Bassi Tatra, al confine tra Slovacchia e Polonia, nonché di hotel e parchi acquatici. Dà lavoro a un migliaio di dipendenti e ha un fatturato di 90 milioni. Rattaj è pronto ad acquistare sia le quote di Heta e Grawe sia quella del Land.

Il terzo restante è degli operatori locali, in primo luogo Pucher (17,55%), con gli impianti sul versante occidentale di Passo Pramollo, e Klaus Herzog (7,84%), con quelli a est, sotto il Gartnerkofel. Rattaj però è contestato da altri operatori locali, che non vedono di buon occhio l’intrusione di uno straniero. Si è formata così una cordata concorrente, che fa capo al costruttore edile (e proprietario di una telecabina a Pramollo) Friedl Seiwald e all’immobiliarista Herbert Waldner, intenzionata a presentare anch’essa una offerta entro il 19 gennaio.

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Rattaj però ha le carte migliori, quand’anche il gruppo Seiwald-Waldner presentasse un’offerta più favorevole. Lo statuto della Bergbahnen Spa prevede infatti che la cessione delle quote sia approvata dal 75% degli azionisti. Non basta dunque che Heta e/o il Land siano d’accordo: serve anche l’ok degli azionisti privati, cioè di Pucher. E questi avrebbe già raggiunto un accordo con l’operatore slovacco, che gli dovrebbe garantire il controllo della società indipendentemente dalla collocazione delle quote.

Giochi fatti dunque? Non ancora. Resta un punto di domanda sul Land. Cedere le quote di Pramollo a un investitore slovacco potrebbe sembrare poco patriottico ed è difficile che il governo della Carinzia, pur avendobisogno di soldi dopo aver rischiato lo scorso anno la bancarotta, prenda una decisione prima del 4 marzo, giorno in cui i carinziani rieleggeranno il consiglio regionale.

 

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