Impraticabile a Gorizia un tratto di piazza Vittoria
GUna strada ridotta a un autentico percorso di guerra. Nemmeno fosse stata ripavimentata vent’anni fa. Ai goriziani viene quotidianamente un travaso di bile nel prendere atto delle condizioni in cui versa la strada davanti alla chiesa di Sant’Ignazio, completamente rifatta in concomitanza con la realizzazione della nuova piazza Vittoria. Ormai si è perso il conto dei tanti interventi degli operai del Comune per riattaccare le piastrelle che si stanno inesorabilmente staccando. Sono comparse anche anti-estetiche chiazze d’asfalto. C’è un punto, addirittura, dove si è creata una piccola voragine. Qualche mano ”pietosa” raccoglie periodicamente le lastre di pietra saltate vie e le ammonticchia sul rialzo centrale della piazza in attesa che qualcuno prenda un po’ di malta e le riposizioni al loro posto. Binderi sono saltati via in quantità davanti alla sede dell’Inps ma anche più in là verso la Curia. Altre piastrelle stanno cedendo, alcune ”minacciano” di staccarsi da un momento all’altro all’incrocio fra le vie Roma e Oberdan.
Ma oggi c’è una novità. Il Comune ha chiesto e ottenuto dal Tribunale la nomina di un perito per valutare la situazione di quel tratto di strada. L’obiettivo? «Vogliamo che si certifichi che la strada non è più riparabile - spiega il sindaco Romoli -. Ciò ci dovrebbe consentire di effettuare finalmente un lavoro radicale. Basta proseguire con i continui rattoppi che non portano a nulla». Quindi: via i binderi, sostituiti da materiale più robusto e in grado di sopportare il peso del traffico, soprattutto di quello dei bus. Romoli: «Una volta ottenuta questa sorta di certificazione, è nostra intenzione andare a chiedere alla Soprintendenza ai beni artistici e architettonici il nullaosta per poter utilizzare un materiale diverso: la nostra idea è di poter impiegare porfido scuro, bello da vedere ma soprattutto più adatto e più robusto per una strada attraversata da auto e corriere. Non resta che attendere la perizia: mi auguro che la situazione possa sbloccarsi entro l’anno o all’inizio del 2014. Va detto che la nomina del perito avviene nell’ambito delle causa fra il Comune e la Luci costruzioni». I binderi non verrebbero, ovviamente, gettati in discarica, perché si tratta comunque di materiale che è stato pagato. «Abbiamo già pensato di riutilizzare quelle lastre per ripavimentare qualche marciapiedi in centro perché questa è la corretta destinazione di tale tipologia di pietra», scandisce ancora Romoli. Ma, alla fine della fiera, chi pagherà? «Tenteremo di azionare l’assicurazione della Luci costruzioni e poi ci insinueremo nella procedura fallimentare. Dobbiamo, però, essere realisti: saranno davvero scarse le possibilità di essere pagati», conclude Romoli. Ovvero: pagherà Pantalone, pagherà il Comune.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo