Impianto di compostaggio Non si riesce a venderlo e va in affitto a Isambiente

Nessuno lo compra e allora il Comune lo concede in locazione. Si tratta dell’Impianto di compostaggio di via del Molinat in località Bistrigna che da tempo si trova nella lista dei beni comunali da alienare. Una volta veniva utilizzato per la lavorazione del rifiuto umido di Staranzano e del mandamento monfalconese.
Il Comune in più occasioni lo ha messo in vendita ma le aste sono andate sempre deserte. A parte qualche chiarimento, infatti, nessun imprenditore o ente aveva fatto si era fatto avanti con una proposta concreta. Alla fine l’amministrazione comunale ha deciso di procedere alla locazione dell’immobile per un periodo di 2 anni per un importo annuo di 13.200 annuo pari a 1.100 euro al mese, alla Società Isontina Ambiente con sede a Ronchi dei Legionari. Un po’ di ossigeno per le sempre più precarie risorse finanziarie del bilancio. La struttura attualmente è stata destinata a ospitare un impianto sperimentale per il trattamento delle terre di spazzamento con un successivo recupero del materiale inerte ottenuto, oltre a un possibile utilizzo come sito per l’approntamento dei carichi di rifiuto derivanti dall’attività di “cleaning urbano”, cioè lo spazzamento stradale affidato dai Comuni soci sempre a Isontina Ambiente.
Per quanto riguarda l’alienazione la storia ha origini lontane. Una prima valutazione economica dell’impianto, venne effettuata nel 2010 che aveva determinato un valore medio pari a 285.000 euro. Negli anni sono state indette due aste pubbliche entrambe però andate deserte, nonostante la seconda quotazione del valore fosse stata ribassata del 10%, portandolo a 256.500 euro. Il Comune considerando, quindi, che da quella prima valutazione erano passati oramai alcuni anni, aveva provveduto alla redazione di una nuova perizia “di stima” utilizzando criteri comparativi, per valutare non tanto l’impianto in quanto tale, ma l’area sulla quale esso insiste, per un valore complessivo stimato dell’area pari a 214.760 euro.
Anche in questo caso, pur essendo diminuito il prezzo di acquisto, nel corso del 2018 è stata effettuata un ulteriore procedura di asta pubblica con l’importo a base d’asta appunto per 214.760 euro anch’essa purtroppo per il Comune andata deserta. Dopo questo risultato allora venne deciso di dare l’impianto in locazione, continuando a mantenere il bene comunale sempre nella lista delle alienazioni degli immobili non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali, ma suscettibili di valorizzazione. La struttura venne realizzata attorno agli anni 2000 con soldi pubblici e privati prima di diventare del Comune. Era nata per la produzione del “compost verde” a supporto in quegli anni a Staranzano e San Canzian d’Isonzo che erano anche stati scelti come Comuni sperimentali nell’ Isontino che muoveva i primi importanti passi verso quella che successivamente è diventata la raccolta differenziata dove avviene la separazione dell’umido dagli altri rifiuti.
La potenzialità di produzione di «compost», venduto come concime da usare per il giardinaggio e l’agricoltura, era stimata attorno alle 5 mila tonnellate di materiale all’anno. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo