Impennata di contagi Covid: la Slovenia pensa a un lockdown di 10 giorni
LUBIANA Due scenari, tra cui quello di un lockdown di dieci giorni. Sono quelli posti sul tavolo del governo sloveno da parte della task force di esperti che affianca l’esecutivo per suggerire misure di contenimento della pandemia.
Pandemia che fa sempre più paura in Slovenia, dove il numero degli ospedalizzati per Covid è schizzato ieri a 634, di cui ben 158 in terapia intensiva, con la situazione epidemiologica in peggioramento secondo tutti i parametri. Da qui le raccomandazioni dell’unità di crisi nazionale, rivelate ieri dall’agenzia di stampa slovena Sta. Secondo la task force, il minimo da fare è «un controllo serrato dei certificati Covid, la chiusura delle strutture ricettive dopo le 23, eventi sportivi senza spettatori» e assembramenti permessi solo «a un massimo di dieci persone», sempre che siano tutte vaccinate, o guarite dalla malattia o siano state testate. Se neppure queste misure riusciranno ad arginare i contagi, Lubiana dovrebbe risolversi ad imporre «un lockdown della durata di dieci giorni», avrebbe suggerito la task force all’esecutivo. D’altronde, non sembra esserci altra soluzione per riportare la situazione sotto controllo, in un Paese dove servono «misure rigorose» se il numero di posti letto in intensiva supererà le 160-180 unità, aveva anticipato il segretario di Stato sloveno alla Salute, Franc Visnidar, già la settimana scorsa.
Le raccomandazioni della task force sono state consegnate a Jansa già lunedì e decisioni ufficiali sono attese a breve. Nel frattempo, le autorità hanno deciso di potenziare le capacità degli ospedali, con il numero delle intensive che salirà a 182, i letti per i pazienti Covid fino a 590. Potrebbero non bastare, dato che l’aumento dei malati è il più alto di sempre, ha spiegato il coordinatore nazionale per i posti letto Covid, Robert Carotta, evocando addirittura «uno scenario alla Bergamo». —
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