Immobiliare, in tre anni compravendite giù del 20%
Un calo del 20 per cento del numero delle compravendite residenziali dal 2011 a oggi. Erano poco meno di 3mila nel 2011, sarà un successo se si arriverà alle 2.400 entro la fine dell’anno. Prezzi degli immobili che a malapena raggiungono i tremila euro a metro quadrato per quanto concerne il nuovo e nelle zone di maggior pregio. Valori ancor più ridotti nel mercato degli uffici e dei negozi, dove la caduta dei prezzi è dell’ordine del 20 per cento. Una vertiginosa crescita delle esecuzioni immobiliari pendenti in Tribunale: al 30 giugno se ne contavano 427, fra vecchie e nuove, pari a circa il 18% del totale delle compravendite portate a termine in un anno in città. Nel 2013 erano state registrate 351 nuove esecuzioni e già questo era il dato più elevato degli ultimi 13 anni.
È questo il drammatico quadro di Trieste, delineato ieri dagli agenti immobiliari che operano in città. L’analisi è stata fatta nel corso del convegno svoltosi alla Camera di commercio, allestito per presentare il meccanismo delle “reti d’impresa”. «Si tratta dell’unico strumento – ha spiegato Stefano Nursi, presidente della Fiaip provinciale, una delle due sigle nelle quali si raggruppano gli agenti immobiliari, (l’altra è la Fimaa, di cui è presidente Andrea Oliva) – per permetterci di uscire dalla profonda crisi in atto. Tutti gli indicatori volgono al negativo. Noi agenti siamo arrivati a un dato inquietante. Se a Trieste si compravendono 2400 immobili all’anno e ci sono 191 agenzie immobiliari, che intervengono in circa la metà dei casi, il risultato è presto definito: ciascuno di noi ne completa una media di 6,3 nei dodici mesi. Un minimo storico, che può essere superato soltanto mettendoci in rete».
Nursi ha anche sottolineato che «la prepotente crescita delle esecuzioni immobiliari offre la dimensione della crisi, perché esse rispecchiano i casi in cui chi ha comperato una casa col mutuo non riesce a far fronte alle rate».
Ma non vanno dimenticate le situazioni nelle quali ci sono proprietari di immobili che non ce la fanno più a mantenere in vita le loro attività d’impresa, persone anziane che non reggono il ritmo di spese. «C’è un solo elemento in controtendenza – ha ripreso il presidente provinciale della Fiaip – quello relativo alle concessioni dei mutui. Sembra che le banche siano un po’ più elastiche, rispetto al recente passato, nella concessione dei prestiti, la cui richiesta è salita di circa il 10%. A questo però – ha subito evidenziato – deve essere avvicinato il nuovo fenomeno che vede qualche banca che inizia a fare l’agente immobiliare».
Trieste resta comunque una città dove la crisi si avverte meno che altrove: in Italia, nel periodo compreso tra il 2006 e il 2013, le compravendite di immobili sono passate da 845mila a 403mila: una caduta del 52%. «Su scala nazionale – ha commentato Nursi – siamo al livello di trent’anni fa».
Tornando a un’analisi locale, Nursi ha poi posto all’attenzione dei numerosi agenti presenti in sala il fatto che «i proprietari intenzionati a vendere continuano a chiedere prezzi che il mercato non è più disposto a pagare e in questo dovrà essere ancor più puntuale il nostro lavoro», aggiungendo che «aumenta continuamente il numero dei nuclei familiari composti da una sola persona o al massimo da due. Oramai queste situazioni rappresentano più della metà della popolazione triestina».
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