Illycaffè, crescita record di utili e fatturato. Pogliani: sfidiamo i big con le nuove capsule
TRIESTE Massimiliano Pogliani, 52 anni, è il manager esterno scelto tre anni fa dalla famiglia Illy per guidare l’impero del caffè triestino. Ieri è stato riconfermato amministratore delegato dall’assemblea dei soci presieduta da Andrea Illy che ha approvato i conti. La taglia dell’azienda è cresciuta ancora e nel 2018 registra un fatturato consolidato di 483 milioni (+3,5%), più del doppio rispetto allo scorso anno. Un risultato che corrisponde a una crescita delle vendite a volume del 5%. Il traguardo dei 500 milioni è ormai ampiamente alla portata. Il gruppo triestino del caffè, appena sbarcato nel settore delle capsule compatibili con Nespresso grazie all’alleanza con il colosso tedesco Jab, lo scorso anno ha raggiunto una redditività ai massimi storici con un balzo dell’utile netto a 18,1 milioni (+39,1%) includendo i benefici fiscali. Obiettivo oggi di Pogliani: aumentare le dimensioni dell’azienda mantenendo immutato il suo carattere familiare e l’internazionalizzazione.
Pogliani, dopo tre anni di crescita qual è oggi il suo nuovo mandato?
Il nostro è un piano pluriennale. Lavorare in un’azienda familiare significa guardare verso un orizzonte molto ampio e continuare a investire sulla qualità del prodotto. I risultati di quest’anno sono da record. Abbiamo raggiunto una dimensione tale che ci avvicina ai grandi. Vogliamo continuare a crescere, aumentando la nostra redditività e investendo nella forza produttiva.
Il mondo del caffè è al centro di nuove alleanze. Come si sta muovendo illycaffè?
Da tempo è in atto un consolidamento in un mercato che continua a crescere a un ritmo del 2% l’anno. Basti pensare che Nestlè distribuirà i prodotti a marchio Starbucks nel mondo. Come reagire? Con tassi di crescita importanti e con nuove alleanze. Oggi si può essere preda o predatore. L’alleanza con Jab, rivale di Nestlè, ci rafforza ed è vincente. Ma non perderemo mai l’autonomia.
L’ingresso nel mercato delle capsule compatibili con Nespresso, iniziato in questi giorni, può aprire importanti spazi di mercato..
Le nuove capsule in alluminio arrivano sugli scaffali proprio in queste settimane. Milioni di consumatori potranno bere il caffè Illy grazie allo standard Nespresso che ormai è diventato globale. Attraverso la sua piattaforma ci garantiamo una forza distributiva anche nei supermercati che altrimenti non avremmo potuto avere. Jab si occuperà della produzione e distribuzione nel canale retail all’estero mentre noi seguiremo gli altri canali di vendita e l’e-commerce.
Come sta andando sui mercati esteri?
Le vendite negli Usa sono cresciute dell’8,4% e per noi rappresentano ormai il secondo mercato domestico dopo l’Italia. In Cina siamo storicamente presenti ormai da 17 anni con l’apertura della prima filiale a Shanghai. Le vendite sono aumentate del 12,2%: si sta sviluppando una cultura del caffè molto sofisticata che si avvicina a quella del the.
I dazi di Trump?
Per ora non abbiamo avuto conseguenze. Non credo che il ritorno a forme di protezionismo medioevale siano un bene. Spero che alla fine prevalga la ragionevolezza.
Quali sono i nuovi mercati di espansione?
Illycaffè è presente in 144 Paesi. La nostra ambizione è di consolidare la presenza sui mercati dove già operiamo.
I consumi in Italia?
In Italia i canali più dinamici sono stati l'eldom (le macchine da caffè +20,2%) e l'e-commerce (+78,9%). Abbiamo riorganizzato la struttura italiana molto bene per espanderci su tutti i canali di vendita. I consumi al bar seguono il trend mondiale. Il segmento delle capsule compatibili continua a crescere in doppia cifra, soprattutto quelle in alluminio che rispettano la sostenibilità ambientale.
La quotazione in Borsa resta nel limbo?
I risultati dimostrano che l’azienda non ha bisogno di quotarsi. Il posizionamento del nostro marchio in Italia e nel mondo è indiscusso. Siamo perfettamente in grado di garantirci l’autofinanziamento per crescere.
Come sta andando l’azienda quest’anno?
Vogliamo crescere nel core business (caffè, ristoranti e bar) consolidando la presenza sui mercati chiave. Abbiamo riorganizzato la squadra con l’ingresso del nuovo direttore retail, Alessandra De Gaetano. Puntiamo a sviluppare la rete di caffè shop monomarca che conta attualmente fra franchising e proprietà 259 punti vendita.
Quale impressione le ha fatto Trieste?
Ho scelto di risiedere a Trieste e rientro dalla famiglia a Milano nei weekend. Quando sono arrivato mi sembrava una città irrisolta che oscillava fra grandi traguardi e altrettanto forti delusioni. Credo che il futuro di Trieste oggi sia più nelle mani dei triestini che non della politica.
In che senso?
Ho lasciato Milano negli anni Novanta e quando sono rientrato non la riconoscevo più tanto si era trasformata in positivo. Ecco, credo che la stessa cosa oggi si possa immaginare per Trieste: penso al porto, alla sfida di Esof2020, al successo di Eataly e a progetti come la realizzazione del Trieste Convention Center. Se i triestini si impegnano per rendere la città attrattiva il momento magico arriverà.—
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