Illy si schiera contro Trieste città metropolitana
TRIESTE «Scettico sulla Città Metropolitana». Così si è espresso Riccardo Illy durante il question time aperto al pubblico e organizzato dall'Associazione ProgettiAmo Trieste e pensato ad hoc per gli under 35, che si è svolto ieri mattina nell'aula magna della Scuola Interpreti . «La città metropolitana - ha proseguito Illy - è prevista dalla Costituzione italiana da molti decenni, se ne parla almeno da 30 anni e in realtà non ne è stata costituita nemmeno una, neppure in altri territori dove le caratteristiche di città metropolitana sono molto più presenti, non fosse altro per la numerosità della popolazione. Oltre ai benefici, - prosegue - l'istituzione di una città metropolitana per Trieste potrebbe comportare pure dei problemi: non è pensabile avere una città metropolitana come istituto sovraordinato rispetto ai Comuni perché ciò vorrebbe dire che togliamo le Province per sostituirle con la città metropolitana. É chiaro poi che quest'ultima deve sostituire tutti i Comuni e qui sorge il problema della tutela della comunità slovena la quale - conclude - è una minoranza nazionale ma in alcuni Comuni minori è maggioranza linguistica locale. Quindi è comprensibile che la comunità slovena sia preoccupata del fatto di diventare minoranza anche all'interno del suo comune unico che sarebbe la città metropolitana».
Il leit motiv della mattinata è stato “Trieste chiama Europa, che desiderio cioè vorresti esprimere all'Europa”. Quattro in tutto le tematiche affrontate e altrettanti i relatori che hanno messo a disposizione il loro bagaglio di esperienza e le loro personali opinioni. Appunto Illy per l'Impresa, il rettore del nostro ateneo Maurizio Fermeglia per la ricerca, Veit Heinichen scrittore tedesco per la cultura, Angelo Camerleghi direttore della sezione Geo dell’Ogs per l'ambiente. Uno spazio di 30 minuti per ciascuno dei temi, cinque le domande estratte dalla "scatola dei desideri" e quattro minuti ai relatori per la risposta. In mezzo al pubblico di giovani siede anche il senatore Pd Francesco Russo.
Un ragazzo chiede: «La sdemanializzazione del Porto Vecchio e lo spostamento del Punto Franco saranno il vero trampolino di lancio per Trieste in Europa?». Tocca ancora a Illy rispondere: «Fui il primo a proporre la riconversione del Porto Vecchio nel 1994 in consiglio comunale e quella volta per le opposizioni sembrò stessi bestemmiando in chiesa. Il tema oggi è cosa farci, 60 ettari di terreno, una metratura enorme che avrà un impatto sulla realtà sociale di Trieste, visto che si aggiungerà un 15, 20% di città, dunque anche questo aspetto andrà studiato».
«Come si può avere un ateneo più europeo?». La domanda è per Fermeglia che risponde: «Proprio per attirare un maggiore numero di studenti internazionali stiamo lavorando per introdurre più corsi di laurea magistrale e dottorati interamente in inglese». Per Veit Heinichen: «Il museo Svevo e quello Joyce sono in condizioni miserabili». E aggiunge: «Dov'è questo grande Museo del Novecento? Dipende da noi, possiamo chiedere contributi all'Europa ma prima dobbiamo fare i nostri compiti». Camerleghi sottolinea come: «La comunità scientifica geologica sia rimasta perplessa dal fatto che Horizon 2020 da cui tutti pendevano per le risorse non considera il rischio sismico perché una grande fetta dell'Europa, a parte Islanda, Italia, Grecia e Turchia, non è a rischio quindi il territorio con le sue specificità dovrebbe essere tutelato da chi ci governa a livello nazionale».
Conclusioni affidate ad Alessandro Tronchin di ProgettiAmo Trieste, associazione nata da poco per riempire la mancanza di una rappresentanza giovanile a Trieste con l'obiettivo di risvegliare la cittadinanza e che presenterà una propria proposta per il futuro della città a chi vincerà le elezioni: «Oggi abbiamo dimostrato una cosa: è sabato mattina e il fatto che diverse persone siano qui dimostra che c'è un desiderio di porsi degli interrogativi».
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