Illy: «Sì a Confindustria unica in regione: è finita la stagione dei localismi»

«Bisogna ricominciare ad attrarre investimenti nell’area Trieste, città postindustriale, rinasce con logistica e porto»
Lasorte Trieste 05/02/18 - Hotel Duchi, Riccardo Illy, Presentazione Candidatura al Senato, Conferenza Stampa
Lasorte Trieste 05/02/18 - Hotel Duchi, Riccardo Illy, Presentazione Candidatura al Senato, Conferenza Stampa

TRIESTE «Solo una Confindustria unica sarà in grado di rappresentare con autorevolezza i nuovi modelli di sviluppo industriale della regione». Riccardo Illy, amministratore unico della subholding Polo del gusto che controlla le aziende minori extra illycaffè (dal cioccolato Domori al the Damman Frères), analizza i complessi equilibri dell’industria regionale dopo la spaccatura fra Pordenone e Trieste da una parte e Udine dall’altra: «Condivido in pieno le considerazioni del presidente degli Industriali Venezia Giulia Sergio Razeto quando considera la nascita di un soggetto aggregato tra Confindustria Venezia Giulia e Unindustria Pordenone come soltanto il primo passo in vista della costruzione di un soggetto unico per tutta la Regione. Vedo che ci sono ancora resistenze ma sappiamo che i campanilismi sono duri a morire».

Confindustria, Pordenone e Venezia Giulia si riuniscono in "Alto Adriatico". Udine non c'è


Un mutamento necessario?

Diciamo che i progressi tecnologici hanno cambiato la velocità con cui oggi è possibile comunicare. Un tempo tutto era più laborioso e difficile. La burocrazia imperava. Oggi tutte queste difficoltà sono superate ed è possibile condividere le informazioni grazie a un semplice click con centinaia di migliaia di associati. I consigli d’amministrazione si fanno ormai in teleconferenza. La gestione è diventata più rapida ed efficiente. Ma lo stesso accade nelle imprese dove i direttori delle vendite possono gestire centinaia di rapporti nella perfetta solitudine del loro ufficio. Di conseguenza una Confindustria unica può tranquillamente gestire una regione come il Friuli Venezia Giulia.

Confindustria deve trovare una sua dimensione di rappresentanza piena nel Paese e in Regione?

Certamente. Una fusione fra le associazioni territoriali con la creazione di un organismo unico aumenterebbe il peso, la capacità di rappresentanza e l’autorevolezza di Confindustria in regione. Le imprese private e i manager si lamentano spesso delle ingerenze della politica e delle inefficienze della burocrazia. Questa volta possono dare il buon esempio semplificando e rendendo più snella la loro organizzazione di categoria. Con operazioni mirate di taglio dei costi si possono fornire nuovi servizi e consulenze agli associati.

Il gruppo Illy è una multinazionale globalizzata come altre realtà industriali di questa regione. Come vede i nuovi rapporti di forza territoriali in regione?

Una associazione più ampia e articolata sul territorio può avere maggiore forza e potere di rappresentanza per le piccole e grandi imprese. D’altra parte l’Italia può ambire a uno sviluppo economico e industriale soltanto se saprà favorire la crescita e internazionalizzazione delle sue imprese.

L’alleanza fra Trieste e Pordenone per la prima volta spezza il dualismo tra Venezia Giulia e Friuli, due aree che incarnano due diversi modelli di sviluppo. Da una parte il modello triestino che si forma nell’impresa pubblica irizzata, ormai estinta, e oggi scommette sulla scienza e sul porto. Dall’altra la dimensione forte industriale rappresentata da colossi come Electrolux. Quanto pesa oggi l’industria triestina?

Trieste oggi è una città post-industriale. L’industria si è molto ridimensionata rispetto ai tempi d’oro e rappresenta solo il 10% degli occupati. Per questo la creazione di un’ associazione unica sarebbe importante come garanzia di efficienza. Inoltre si potrebbero creare le premesse per una inversione di tendenza.

In quale direzione?

Il grande vantaggio competitivo di una città come Trieste è rappresentato dal suo porto come sappiamo bene alla illycaffè. Il presidente D’Agostino sta facendo un lavoro eccellente perchè logistica e intermodalità sono indispensabili per lo sviluppo di imprese che vogliono sfidare i mercati globali. Faccio un esempio: trasportare un container da Hong Kong a Trieste costa meno che muoverlo da Trieste a Verona. Si può capire l’importanza di questo vantaggio in termini di risparmio di costi per una azienda.

Il porto come dinamo industriale della città?

La logistica favorirà una industrializzazione di ritorno. D’Agostino sta facendo un buon lavoro che sicuramente attirerà nuove imprese industriali in regione e non solo a Trieste. Una Confindustria unica dovrà rappresentare questo nuovo modello di sviluppo. E non importa se una azienda avrà sede a Trieste, Udine o Pordenone.

Si sta formando una nuova classe dirigente e imprenditoriale?

Vedo segnali interessanti nel passaggio generazionale delle imprese. Vedo giovani industriali preparati, molti con un Master. In questo scenario la Regione deve essere capace di attrarre investimenti da altri territori. Le premesse sono positive. In questa direzione si sta muovendo la nuova gestione di Friulia guidata da Federica Seganti che ha tutte le capacità per svolgere con successo questo ruolo. —


 

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