Illy: se Debora rinuncia, alle regionali 2013 io ci sono

L’ex governatore “spiazza” il centrosinistra mettendosi a disposizione. Ma Serracchiani risponde: «Io non mi ritiro»

TRIESTE. «Non accetterei mai candidature alternative nel Pd, ma se Debora Serracchiani rinunciasse io sono disponibile». Nel pieno della campagna elettorale per le regionali del 2013, Riccardo Illy, già governatore della Regione e sindaco di Trieste, per la prima volta esce allo scoperto con una dichiarazione di intenti precisa, che lo rimette in pista nel gioco della politica. Anche se subito dopo chiarisce: «Non mi metto in competizione e non chiedo nulla. E soprattutto non farei nessuna azione, anche indiretta, verso il partito che mi ha sostenuto lealmente durante i miei mandati». Un’affermazione di correttezza nei confronti del Pd: «Se, per esempio, Italia Futura mi chiedesse di impegnarmi, direi di no». E, allo stesso tempo, la precisazione di non avere nessuna ambizione su un ruolo specifico da svolgere anche a livello nazionale: «Con questa legge elettorale non mi interessa di essere un numero in una lista bloccata. Soprattutto dopo aver battuto Sgarbi nelle politiche del 2001 per dieci punti. La mia è semplicemente una disponibilità per puro spirito di servizio».

A scanso di equivoci, però, nel pomeriggio arriva il commento del candidato governatore del Pd per il Friuli Venezia Giulia: «Il mio impegno di candidata alla presidenza della nostra Regione è totale e convinto – precisa Serracchiani - e penso che Illy sarebbe il primo a stupirsi se proprio io venissi meno all’impegno preso davanti ai cittadini». «A Illy, che ha espresso un apprezzamento molto significativo verso il Partito democratico – prosegue il segretario regionale - vorrei dire grazie, perché questo è un elemento che qualifica la sua disponibilità a tornare in politica. Con grande stima, gli rinnovo l’invito a continuare a portare attivamente le sue competenze nel campo del centrosinistra, per lavorare assieme all’alternativa a Renzo Tondo».

Serracchiani ricorda anche che «la mia candidatura è il risultato di una decisione politica non solo personale, ma di un processo che ha coinvolto l’intero Partito democratico, e oltre».

È la seconda scena di una pièce che si è aperta ieri mattina, quando il quotidiano torinese “La Stampa” ha pubblicato un’intervista all’imprenditore del caffè nella quale Illy si è detto aperto a valutare una nuova richiesta di impegno, vista la gravità della situazione del Paese. A condizione però che «al governo non ci siano partiti “No Tav” e contraddizioni interne alla coalizione, come già avvenuto in passato». Forte della sentenza che lo ha assolto dalla vicenda degli esodi incentivati ai dirigenti regionali e che costituiva, a giudizio di Illy, «un blocco etico», il pensiero dell’ex governatore torna dunque alla politica attiva. Con un occhio ai sondaggi, che danno Serracchiani alla pari con Tondo. O, come dicono i maligni, anche sotto l’attuale governatore.

Altra condizione per un impegno attivo è il varo di una «legge elettorale maggioritaria, a doppio turno, che dia un maggioranza forte, coesa e omogenenea, e soltanto un diritto di tribuna ai partiti minori». Il che potrebbe far pensare che le ambizioni dell’imprenditore prestato alla politica possano andare oltre una carica regionale per arrivare ad occupare ruoli di governo. È ciò che immagina l’ex sindaco di Pordenone Pd, Sergio Bolzonello, che lo vedrebbe, per le sue competenze, nel ruolo di ministro o sottosegretario: «Ha la forza e la competenza e il Friuli Venezia Giulia tornerebbe al centro del dibattito nazionale e internazionale». Non teme brutte sorprese il segretario del Pd triestino Francesco Russo: «Ho troppa stima per Illy. Lo considero una persona coerente e quindi se dice che non ha intenzione di candidarsi contro Serracchiani gli credo. Mi auguro però metta in campo la sua disponibilità nella squadra per rinconquistare la Regione».

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