Illy: «Non penso che Matteo mi chiamerà»
TRIESTE. In regione qualche nome circola, ma non sembra essere il giro buono, nemmeno stavolta. Il Friuli Venezia Giulia è escluso dal toto-ministri del nascente governo Renzi. Riccardo Illy, un’ipotesi che in questi casi spunta sempre, è il primo a non crederci più di tanto. Mentre per Debora Serracchiani è probabilmente una questione di tempi troppo anticipati: come pensare di lasciare una Regione conquistata meno di un anno fa e mandarla al voto con il rischio di perderla?
Di Illy ministro si è spesso parlato anche in passato. Dopo cinque anni di assenza dalla politica, tenuta lontana con apparente distacco, l’ex governatore è rientrato nei giochi con la nomina in commissione Paritetica. Ma, a quanto pare, quella carica non è un trampolino di lancio. Se Renzi chiamasse, ci penserebbe? «Per ora penso solo che non mi chiamerà», risponde Illy mettendoci una pietra sopra piuttosto in fretta. Quanto a Serracchiani, ieri sono arrivate parole chiare sulla sua permanenza nel ruolo di presidente della Regione: «Ho fatto la mia scelta da tempo e intendo mantenerla, continuando con responsabilità». Nulla di diverso da quanto dichiarato anche nelle scorse settimane: l’impegno, al momento, è in Friuli Venezia Giulia. Fermo restando, ha proseguito Serracchiani, «che questo non pregiudica un mio ruolo nazionale, sempre nell’interesse della regione».
È possibile che la presidente scali ulteriormente le gerarchie nella direzione nazionale del Pd? Scenario da scrivere tra un po’ di tempo, quando Renzi premier dovrà inevitabilmente delegare alcuni compiti da segretario. Al punto, chissà, da nominare un vice dopo che, con annuncio arrivato poco prima delle primarie (e con successiva conferma nei fatti), aveva invece cancellato quel ruolo. Se Serracchiani vice-Renzi è soluzione affascinante, risulta però abbastanza improbabile che il sindaco rottamatore diventato segretario e ora pronto per la presidenza del Consiglio indichi come numero due del partito un presidente di Regione. Serracchiani si concentra intanto sul presente: «Credo che abbiamo bisogno di un governo che cambi assolutamente passo, che faccia delle scelte programmatiche forti e coraggiose, che si presenti al semestre europeo con la forza di aver tenuto, di non essere ricorso agli aiuti europei». Ritornando al toto-ministri, e sottosegretari, c’è chi dice che il deputato del Pd eletto a Udine Paolo Coppola avrebbe qualche chance di entrare nella squadra di Renzi. Ma dal diretto interessato, bruciato da Antonella Grim nella corsa alla segreteria regionale, non arriva alcuna conferma. Così come dagli altri parlamentari del territorio. E così, a meno di sorprese, per il centrosinistra Ettore Rosato e Milos Budin continueranno a restare gli ultimi uomini di governo regionali. Roberto Menia l’ultimo in assoluto, nell’ultimo governo Berlusconi.
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