Illy, ipotesi Parigi e Hong Kong per i partner della sub holding

L’imprenditore: contatti per l’ingresso di potenziali investitori con quota minoritaria sulle società non legate al caffè. Tempi medio-lunghi per l’approdo in Borsa

MILANO L’obiettivo non è del tutto inedito, ma il percorso per raggiungerlo non era mai stato dettagliato in precedenza. «Abbiamo contatti in corso in Francia e a Hong Kong con potenziali partner finanziari per l'ingresso, con quota minoritaria, nella nostra sub holding dedicata alle società non legate al caffè». Così Riccardo Illy, presidente dell’omonimo gruppo, ha aggiornato lo stato del piano per far confluire in una sub holding le controllate Domori (cioccolato), Mastrojanni (vino), Dammann Frères (tè), farle crescere, consolidarne la posizione e poi portarle in Borsa.

Illy, non solo caffè Parte lo shopping


L’imprenditore, azionista con il 23% del capitale (stessa percentuale di quote per i fratelli Andrea e Anna ai quali si somma un ulteriore 20% al quarto fratello Francesco, mentre il 10% è nelle mani della madre Anna Rossi), già la scorsa primavera aveva fatto sapere di essere al lavoro per costituire una nuova holding per tè e cioccolato, come mezzo per accelerare la crescita delle attività collegate del gruppo e portare in Borsa i business diversi dal caffè. In quell’occasione era stato ipotizzato un percorso accelerato: subito la ricerca di un partner finanziario per poter mettere in campo l’Ipo entro il 2019. «È il mio obiettivo, speriamo di riuscirci», aveva dichiarato Riccardo Illy, sottolineando l’importanza di non aspettare troppo a lungo in una fase caratterizzata dalla fine del Quantitative easing (prevista alla fine di quest’anno) e a fronte del delicato passaggio di consegne in capo alla Bce, con il successore di Mario Draghi che non è stato ancora individuato.

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Riccardo Illy


Raggiunto ieri a margine della presentazione delle nuove strategie di Carrefour Italia, Illy è apparso più prudente, indicando l’obiettivo di trovare un partner finanziario entro il prossimo anno, con il quale avviare un percorso di medio-lungo termine, con la quotazione in Borsa che potrà avvenire anche tra dieci anni. Chi segue i mercati finanziari sa benissimo che fare previsioni a dieci anni non ha alcun senso, per cui è prevalente l’ipotesi che abbia prevalso la prudenza per non esporsi più di quanto già fatto con la dichiarazione sulla ricerca di un socio finanziario. Del resto, proprio un soggetto di questo tipo difficilmente prenderebbe in carico un investimento di così lungo periodo, essendo nello scopo dei fondi la valorizzazione della quota attraverso la cessione della stessa nel medio periodo.

Illy, non solo caffè Parte lo shopping


«Dammann e Domori in dieci anni possono fare anche da sole a livello di crescita organica», ha aggiunto Riccardo Illy, «mentre per il vino (Mastrojanni, ndr) pensiamo a un'acquisizione. Il fatturato attuale è intorno ai 2 milioni di euro e per la Borsa serve una dimensione intorno ai 5 milioni. Stiamo valutando delle opzioni nelle zone di Montalcino e Barolo», ha spiegato. Illy non ha invece voluto rilasciare commenti sulla controllata illycaffè, poco tempo fa oggetto di indiscrezioni - smentite dal gruppo triestino - di un interesse da parte di Jab e Nestlè. «Lascio le dichiarazioni sul caffè a mio fratello Andrea», ha risposto, «ma quello che posso dire è che il caffè resta nella nostra famiglia. Da anni parliamo di possibili alleanze, partnership, ma cessione no». —


 

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