Ilaria Celledoni alla guida del Comitato per le pari opportunità

Già predisposta la bozza di un protocollo d’intesa da condividere con Tribunale, Procura, Giudice di Pace, Ufficio notifiche protesti

È l’avvocata Ilaria Celledoni la presidente del Comitato per le pari opportunità costituito qualche giorno fa in seno all’Ordine degli avvocati di Gorizia dopo le elezioni svoltesi a fine anno 2019: ne fanno parte anche gli avvocati Alessandro Ceresi (vicepresidente), Laura Rossetto (segretario), Flavio Samar e Antonio Montanari, quest’ultimo quale componente individuato e designato dal Consiglio dello stesso Ordine degli avvocati tra i suoi attuali consiglieri.

«Il Comitato – osserva l’avvocato Montanari – si è già riunito qualche giorno fa, ed intende farlo mensilmente, non solo per programmare l’attività futura ma anche per cominciare subito a dare concretezza al ruolo che gli compete. In quest’ottica, la presidente Celledoni ha già predisposto la bozza di un protocollo di intesa che, una volta definito, sarà sottoposto per la condivisione e sottoscrizione alle diverse realtà con le quali nell’esercizio della nostra professione ci confrontiamo quotidianamente quali ad esempio il Tribunale, il Giudice di Pace, la Procura della Repubblica, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, l’Ufficio notifiche esecuzioni e protesti e l’Ufficio di esecuzione penale esterna».

«Si tratta – continua Montanari – di diffondere e valorizzare la normativa e la cultura di parità nello svolgimento della professione forense, di intervenire per assicurare una tutela effettiva della maternità e della paternità in rapporto all’organizzazione delle attività giudiziarie e della professione e di promuovere la pari opportunità anche nella comunicazione tra tutti coloro che operano nel campo della giustizia attraverso l’utilizzo di un linguaggio consapevole e non discriminatorio».

«Perché, tanto per esser chiari su quest’ultimo aspetto con un esempio banale ma indicativo, nei rapporti quotidiani con i clienti, con gli avversari e finanche con gli addetti agli uffici giudiziari una mia collega donna deve essere chiamata “signora” o “dottoressa” ed io “avvocato”?», conclude, utilizzando parole più semplici, l’avvocato Antonio Montanari. —

Fra.Fa.

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