Il virus è un mostro e gli autisti di bus sono eroi: in disegni e quaderni la quarantena dei bimbi
TRIESTE C’è chi immagina il primo giorno di libertà, a spasso insieme alla propria famiglia, chi raffigura il Covid19 come un mostro nascosto, e chi racconta, attraverso temi o pensierini, le sensazioni provate in questo periodo.
I bambini triestini affidano ai fogli le emozioni legate alla permanenza in casa, al timore nei confronti di un virus che ancora circola e che non si riesce a battere, e alla voglia di uscire al più presto, per tornare alla vita di sempre.
La nostalgia è per le cose semplici, gli amici, la scuola o i nonni che non vedono ormai da un mese. Tanti nelle scorse settimane hanno dipinto arcobaleni su teli bianchi, per poi esporli su finestre e balconi, come Sofia, 7 anni, che insieme alla sorellina ha creato la sua opera, con nuvole sorridenti e la frase “Andrà tutto bene #iorestoacasa”.
Benedetta e Nicolò hanno scelto invece il cartoncino, sempre con l’arcobaleno, da posizionare sul balcone, e in uno scatto mostrano sorridenti, con orgoglio, l’opera conclusa ed esposta fuori dall’abitazione. Le immagini colorate vengono anche appese ai muri delle camerette, sul frigorifero della cucina, e servono, come raccontano i genitori, a riempire il tempo con pensieri positivi. Molti raccontano come vorrebbero passare le giornate all’aria aperta, appena si potrà tornare alla normalità. Leo, 5 anni, andrà al mare, e lo dipinge con una spiaggia, l’acqua, un ombrellone, il sole, un cuoricino e un aquilone. Ci andrà, come scrive sul foglio, con la sua morosa. Anastasia invece, 7 anni, pensa alla sua uscita fuori casa insieme alla famiglia, con mamma, papà e fratellino, in una giornata di sole, con i fiori sugli alberi, gli uccellini nel cielo, in una gita nel verde. Ha solo tre anni Celeste, che sotto un grande arcobaleno posiziona un mostro rosa, chiuso in una sorta di scatola. Per lei è il virus, brutto e cattivo, che si nasconde e non vuol essere trovato.
Tra frasi ed elaborati svolti, appare anche la preoccupazione dei bambini, di chi si esprime per un compito in classe chiesto dalla scuola o chi semplicemente annota qualche frase da far leggere poi a mamma e papà. Martina, 8 anni, su un quaderno pieno di stelline, scrive: «Oggi, 30 marzo, ma ormai da più tempo, è iniziato il coronavirus! Per chi non lo sapesse è un virus bruttissimo che fa star male e fa morire tante persone». Sotto una palla piena di puntini, l’immagine del Covid19.
Ginevra, 9 anni, figlia di un’infermiera, ha preparato un tema per la scuola, scritto così bene che anche l’insegnante ha voluto sottolineare ai genitori l’ottimo lavoro svolto dalla piccola. «Il Covid19 fa paura, ma è quello che dobbiamo affrontare in questi giorni - si legge. E ancora - io lo sto vivendo malissimo, restare segregati in casa è difficilissimo, anche se è ciò che ci mette al riparo dai contagi. Mia mamma è un’infermiera, va ogni giorno e notte all’ospedale e quando torna a casa è sempre stanchissima che noi non possiamo neanche immaginare. Mia mamma fra pochissimi giorni deve farsi il tampone e io sono preoccupata, però penso sia giusto che lo faccia, perché così assicura a me e alla mia famiglia che sta bene e che le possiamo stare vicini». E sul finale la voglia di tornare alla vita di tutti i giorni. «Se potessi esprimere un desiderio chiederei di tornare alla vita normale: alzarmi dal letto, prepararmi, uscire di casa, andare a scuola, salutare tutti i miei amici e le mie maestre ma soprattutto vorrei rivedere il resto della mia famiglia che mi manca moltissimo. Come dice Poppy del film Trolls “La vita non è fatta solo da pancakes e arcobaleni, ma senza di questi la vita non avrebbe alcun senso”».
E poi c’è Nicholas, che ringrazia a modo suo la Trieste Trasporti, con un bus colorato pieno di volti sorridenti. «Noi adulti siamo consapevoli della delicatezza e difficoltà del momento - si legge nella lettera che accompagna il disegno del piccolo - ma in tutto questo c’è l’innocenza dei bambini a trionfare che può farci tornare a sperare per il futuro. Nicholas è un bambino di soli 8 anni che sta vivendo come tutti noi la quarantena a casa con la sua famiglia, seguendo le videolezioni da casa e facendo i compiti. È un bambino solare e con una passione un po’ curiosa: gli autobus di linea. Lui guarda la strada per poter veder passare questi enormi veicoli dalle grandi ruote, probabilmente vede i conducenti come supereroi. Loro svolgono il loro dovere: garantire il servizio pubblico continuando a circolare per la città semi deserta, permettendo a chiunque di spostarsi per procacciarsi i beni di prima necessità. E ha ragione. Lo sono. Anche loro, come tante altre categorie di lavoratori, sono quotidianamente a rischio contagio. Nicholas, come tanti suoi coetanei, spera di poter presto tornare a giocare nei parchi e a scuola per rivedere i suoi amici. Spera inoltre di poter tornare a prendere l'autobus, per mettersi davanti, a scrutare ogni movimento con ammirazione e sempre con un gran sorriso».
Conclude:: «#andràtuttobene Nicholas lo dimostra con un disegno, ovviamente quello di un bus con i suoi passeggeri e il conducente sorridenti, come piace a lui e infine un enorme grazie sulla fiancata. Grazie a te Nicholas da parte di moltissimi conducenti, per aver strappato un sorriso in un momento tanto delicato». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo