Il Viminale rassicura l’Isontino: «L’impatto dei rifugiati calerà»
L'impatto dei richiedenti asilo su Gradisca e Gorizia è destinato ad attenuarsi nel medio periodo. Ad assicurarlo è il Viminale, attraverso le parole del prefetto Mario Morcone. Il Capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno lo ha affermato mercoledì nel corso della sua audizione al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen.
A darne notizia è il deputato del Pd Giorgio Brandolin, che della stessa commissione è il vicepresidente. Due sono i motivi per i quali le città di Gradisca e Gorizia si trovano a dover assorbire quasi per intero il carico dei richiedenti asilo presenti sul territorio provinciale. Primo: il fatto che le recentemente attivate commissioni territoriali di Padova e Venezia per l'esame delle richieste di asilo non sono ancora completamente a pieno regime.
Secondo: la mancanza di alternative per l'accoglienza a parte il Cara di Gradisca (e il Cara-2, ovvero l'ex Cie parzialmente riconvertito a centro di accoglienza per i profughi non coperti da convenzione). Questo, spiega Brandolin, quanto è stato riferito al Comitato Schengen dal prefetto Morcone.
«Il primo problema – riferisce Brandolin – si risolverà a breve, visto che già entro qualche settimana le due commissioni saranno del tutto operative, con notevoli sgravi per il nostro territorio. Il secondo invece si risolverà quando la Regione Friuli Venezia Giulia determinerà, con il Piano regionale di accoglienza, quali Comuni saranno dotati di strutture di accoglienza e per quanti rifugiati».
Morcone ha ricordato che in tutta Italia si parla di 80.000 richieste, che dovrebbero essere divise proporzionalmente alla popolazione secondo un “piano di accoglienza diffusa”. La quota del Friuli Venezia Giulia, rivela il deputato isontino, dovrebbe aggirarsi su 1.500-2000 unità. «Il che significa che, se in rapporto alla popolazione meno di 10 Comuni saranno individuati in tutto il territorio dell'Isontino, a ognuno di loro farà riferimento solo una decina di rifugiati».
Infine, lo stesso Capo dipartimento ha sottolineato, facendo riferimento proprio alla realtà della Provincia di Gorizia, la necessità di utilizzare i fondi messi a disposizione per i lavori socialmente utili riservati ai richiedenti asilo. Strumento per il quale non si prevedono compensi per gli asilanti (è prevista solo la copertura degli oneri assicurativi) ma, secondo Brandolin, si otterrebbero, facendone ricorso ogni volta possibile, due risultati: «vantaggi per la comunità, e l'innescarsi di “buone pratiche” per l'integrazione».
Attualmente a Gorizia si contavano ancora 51 immigrati (il dato della Questura è dei giorni scorsi) privi di alloggio, “fuori convenzione” e dunque bivaccati dove e come possono. A questi si aggiungono i 212 regolarmente “ospitati” nelle strutture convenzionate, per un totale di 263 presenze, la popolazione del Cara di Gradisca d’Isonzo che oscilla attorno alle 230 fra Cara ed ex Cie, e altri 15 sistemati a San Canzian d’Isonzo.
In totale, secondo i dati forniti dalle autorità, la provincia di Gorizia dunque ospita in questi giorni circa 500 immigrati.
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