Il Viminale “nasconde” i numeri degli ingressi dei migranti

Il prefetto di Trieste conferma l’escalation di arrivi ma Roma nega dati ufficiali. Rizzetto di Fratelli d’Italia interroga Salvini
Lasorte Trieste 05/02/19 - S.Servolo, Sopralluogo Sottosegretraro Molteni
Lasorte Trieste 05/02/19 - S.Servolo, Sopralluogo Sottosegretraro Molteni

TRIESTE La rotta balcanica si è rimessa in moto e aumentano gli arrivi di migranti a Trieste, ma il saldo rispetto al 2018 parla al momento di una diminuzione complessiva dei flussi verso il Friuli Venezia Giulia, grazie alla riduzione degli accessi dall’Austria. I dati si ricavano dalle dichiarazioni dell’assessore regionale Pierpaolo Roberti e del prefetto di Trieste Valerio Valenti, ma i numeri ufficiali non ci sono: il ministero dell’Interno non ne tiene infatti nota sul sito e quelli della Regione sono fermi a fine febbraio per ragioni burocratiche.



Gli arrivi oggi sono quelli dalla Slovenia, come si ricava empiricamente dalla sessantina di migranti fermati nei giorni scorsi a San Dorligo e dalla forte presa di posizione del governo sloveno, che parla di un raddoppio degli ingressi nel paese rispetto all’anno passato. Episodi cui si sommano i ritrovamenti di indumenti abbandonati in Val Rosandra e i recenti fermi di alcuni passeur a Trieste. La pressione dai Balcani riguarda in particolare il capoluogo giuliano, anche per il trasferimento da Gorizia della commissione incaricata di esaminare le domande d’asilo.

Secondo il prefetto Valenti, «a Trieste i numeri sono in incremento sia per quanto riguarda le persone intercettate sia le richieste d’asilo. A marzo di quest’anno abbiamo già raggiunto i numeri riscontrati nel maggio 2018: l’aumento primaverile si è anticipato, ma non c’è un’emergenza». Lubiana ha chiesto tuttavia di tornare alle pattuglie miste italo-slovene per il controllo del confine, dopo aver provveduto al respingimento di oltre 1.500 migranti provenienti dalla Croazia via Bosnia. Altre cinquemila persone sono stimate intanto in cammino lungo la rotta verso l’Europa occidentale.

La Regione ha dati ufficiali aggiornati solo a fine febbraio. Roberti parla di «un problema dovuto al passaggio di consegne tra i due prefetti di Trieste, ma ci stiamo rimettendo al passo». L’assessore assicura che «a livello regionale abbiamo dati aggiornati ogni settimana, che ci dicono che la riduzione complessiva è del 21% con punte maggiori a Gorizia». Secondo Roberti, «i rintracci sul confine oggi sono più frequenti perché sono aumentati i controlli, mentre prima queste persone si presentavano direttamente in questura. Ora invece le intercettiamo e tante vengono subito riammesse in Slovenia».

Sul sito del Viminale manca intanto ogni riferimento al Fvg e il deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto annuncia un’interrogazione al governo: «Non ci sono solo gli sbarchi. In Fvg c’è una vera emergenza a causa dell’aumento di clandestini provenienti dalla rotta balcanica e che dalla Slovenia raggiungono Trieste. Chiediamo immediati provvedimenti al ministero e che siano resi pubblici i dati di queste entrate, che nei primi quattro mesi del 2019 sono state maggiori degli sbarchi a Sud».

I dati ufficiali della Regione, aggiornati al 25 febbraio, parlano però di un trend in diminuzione, passato dai 4.444 richiedenti di dicembre ai 4.004 di febbraio, con una suddivisione che vede 1.259 migranti ospitati a Trieste, 466 a Gorizia, 1.486 a Udine e 793 a Pordenone. In attesa delle cifre riguardanti i prossimi mesi. —


 

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