«Il vescovo si decida fra Chiesa e amante». La lettera aperta che scuote l’Austria
UDINE Alois Schwarz, l’ex vescovo di Klagenfurt “promosso” alla guida della più prestigiosa diocesi della Bassa Austria, è sulle bocche di tutti in Carinzia e non solo. La sua travolgente passione per una donna, che gli ha preso la mano in decisioni importanti per la diocesi coinvolgendolo nello sperpero di denaro della Curia per milioni di euro, continua a suscitare scandalo in Austria, tanto da indurre una sua vecchia amica, la teologa Gerda Schaffelhofer (compagna di studi di Schwarz, per molti anni presidente dell’Azione cattolica e alla guida del settimanale “Die Furche”), a indirizzargli una lettera aperta in cui lo supplica: fermati, lascia la tua missione pastorale, prendi un periodo di riflessione e decidi che fare della tua vita, scegliendo tra l’amante e la Chiesa della cui «credibilità» si tratta.
La lettera è pubblicata integralmente sulla “Kleine Zeitung”, con un richiamo che ha occupato l’intera prima pagina. Una bomba in Carinzia, dove il giornale entra praticamente in ogni casa. Anche perché il quotidiano non è un foglio anticlericale, ma è di proprietà della diocesi di Graz. La quale lascia mano libera alla redazione nell’informazione politica e di attualità, ma di certo deve aver dato il suo “imprimatur” a un documento di tale gravità. Segno che, se Roma tergiversa nel prendere posizione (il Vaticano ha nominato un “visitatore apostolico” che non pare aver fretta di risolvere il caso), i vescovi austriaci e forse lo stesso cardinale Schönborn preferirebbero che sul “sistema Schwarz” fosse scritta la parola fine.
La lettera di Schaffelhofer si apre con un «Caro vescovo Alois», e ricorda al presule come molti in passato lo avessero esortato a «riprendere in mano le redini dell’ufficio vescovile» sottrattegli dall’amante, e come il suo stile di vita causasse chiacchiere e critiche. «Oggi nessun vescovo più può pretendere di avere quattro residenze» mentre «il Papa vive in un appartamento di due stanze nella foresteria del Vaticano». Parole al vento. «Lo sanno anche i polli che ti sei consegnato alla donna della tua vita e sei come cera nelle sue mani». Schaffelhofer ricorda come i due in curia lavorassero nella stessa stanza: era impossibile avere un colloquio riservato con lui senza prima passare da lei. «Quella donna ti ha levato il cellulare, ha controllato le tue mail, gestito la tua agenda e i tuoi dossier». E «chi voleva qualcosa da te doveva prima conquistare lei».
Sacerdoti e amici come Schaffelhofer, che avevano tentato di convincere il vescovo a cambiare strada, avevano dovuto farlo in colloqui clandestini per sottrarsi al controllo della donna. Schwarz assicurava che avrebbe seguito le raccomandazioni, poi tutto restava come prima. Era come «andare contro un muro di gomma», scrive Schaffelhofer, che ricorda come quest’esperienza fosse stata fatta pure dall’arcivescovo di Salisburgo, Kothgasser, che già nel 2008 chiedeva che nella diocesi di Klagenfurt fosse fatta chiarezza con l’allontanamento di Andrea Enzinger, l’amante di Schwarz. Lei era scomparsa di scena, poi l’arcivescovo l’aveva riavvicinata: non nella diocesi ma nell’amministrazione dei beni episcopali. In quest’ambito erano state fatte spese pazze tra cui una piscina e sauna.—
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