Il vescovo Crepaldi “bacchetta” la partecipazione di Debora

Severo il giudizio dell’arcivescovo di Trieste: «Quella legge mina l’unione tra uomo e donna. Non mi faccio illusioni sulla componente cattolica del Pd»
Il vescovo Crepaldi
Il vescovo Crepaldi

TRIESTE. Monsignor Giampaolo Crepaldi non usa mezzi termini. Non stavolta, tanto più dopo l'intervento di Papa Francesco che ha chiesto pubblicamente di non confondere le unioni civili con il matrimonio. «Quella legge mina l’unione uomo donna», ha osservato ieri mattina il vescovo di Trieste incontrando i cronisti al termine della tradizionale messa in Curia dedicata al santo Patrono dei giornalisti.

L’arcivescovo, che non ha gradito nemmeno la presenza della presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani nella manifestazione di Udine a sostegno della norma, come ha fatto intendere, ha criticato il testo sia sul metodo che sui contenuti. Una bocciatura netta la sua. «Abbiamo a che fare con una legge che presenta problemi – ha esordito il presule rivolgendosi alla stampa – leggendola emerge una chiara comparazione tra famiglia e unioni civili. La prova sta nel fatto che si va a garantire una serie di diritti, con un evidente riferimento al diritto familiare. E qui si sollevano problemi di costituzionalità. Inoltre – ha aggiunto – la Chiesa critica la stepchild adoption perché, anche se venisse stralciata quella parte, si dà di fatto il via libera all’utero in affitto. Ciò è stato condannato per diverse ragioni».

Il mondo cattolico reagirà con la manifestazione a Roma del 30 gennaio. «I vescovi non scendono in piazza – ha commentato ancora Crepaldi – ma qui si gioca una partita molto seria e quindi sosterranno, con il nostro magistero, la presa di posizione dei laici».

L’arcivescovo non ha nascosto i propri dubbi neppure sulla presenza e l’incisività dei credenti in politica, a cominciare dal Pd. «L’ala cattolica – ha osservato – è piccola cosa. E in Parlamento contano i numeri. Credo che ormai non possiamo più farci illusioni sulla componente cattolica, tanto nel Pd quanto ad esempio in Forza Italia. Su questa questione si deve ripartire d’accapo».

Sollecitato dalle domande dei giornalisti, l’arcivescovo ha portato poi la propria riflessione anche sulle prossime elezioni comunali a Trieste. «Non entro nel merito della valutazione sull’operato di questa amministrazione, che un po’ di cose buone le ha fatte soprattutto nel welfare e nella collaborazione con noi per contrastare la povertà. Certo – ha voluto comunque puntualizzare – qualche difficoltà io personalmente l’ho avuta...». Crepaldi ha fatto esplicito riferimento alla contestazione sotto la Curia di due estati fa. Era il 31 agosto 2014, una domenica: un gruppo di cittadini aveva organizzato una manifestazione di protesta contro “la mancanza di dialogo” e gli spostamenti di sacerdoti decisi dall’arcivescovo nelle parrocchie della diocesi. Fatti che avevano suscitato molti malumori nell’ambiente. «La presenza di due assessori comunali, quel giorno, mi ha molto ferito – ha affermato il presule – e non ho poi ricevuto precisazioni e chiarimenti da nessuno».

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