Il Verdi punta sui grandi nomi Kulturni e Bratuz stakanovisti
Il Verdi è sempre il Verdi, dall’alto dei suoi quasi 680 posti a sedere, tra platea e due gallerie. Ma a Gorizia non mancano di certo i palcoscenici, anche se l’Auditorium di via Roma, da quando viene gestito direttamente dalla Regione, ha ridotto sensibilmente il numero di appuntamenti che, in precedenza, era solito ospitare. Molto attivi, per contro, sono sempre il Kulturni dom e il Kulturni center “Lojze Bratuž”, le cui sale per poco non raggiungono le 300 sedie. E non si può certo trascurare l’Auditorium Fogar (in corso Verdi), forse dai goriziani non ancora sufficientemente conosciuto. Ovvio, non si possono proporre paragoni arditi: Claudia Cardinale, Lucio Dalla, Arturo Brachetti, Ute Lemper (e l’elenco potrebbe continuare molto a lungo) sono stati applauditi nel massimo teatro cittadino. Le stagioni del Verdi son da record e anche quella che comincerà il 3 novembre, a giudicare dal successo della campagna abbonamenti, sembra nascere sotto una stella propizia: 1390 le sottoscrizioni contro le 1319 della stagione 2017/18. Komigo, l’iniziativa trilingue del Kulturni dom, di abbonati ne fa 230/240 circa, ma, appunto, non si possono proporre confronti con il Verdi perché, comunque, si tratta di universi differenti.
Di fatto, il Kulturni dom nella stagione scorsa ha ospitato ben 199 appuntamenti; il suo primato è ad ogni modo costituito dai 270 eventi di una ventina di anni fa. «Un record che speriamo di non battere. Certi numeri per noi son davvero troppo faticosi da sostenere – afferma il presidente della struttura di via Brass, Igor Komel –. Peraltro, si tratta di un record raggiunto quando il Verdi era chiuso». Tra le proposte in abbonamento al Kulturni dom ci sono poi Komigo Baby, le iniziative del Terzo Teatro e alcuni appuntamenti del teatro Stabile Sloveno di Trieste (Tss). Quest’ultimi, sono ospitati pure dal Kulturni center “Bratuž”. Nel complesso, la struttura di viale 20 Settembre, al cui vertice c’è Franka Žgavec, nella stagione scorsa ha ospitato poco più di 200 appuntamenti: un trend in lieve crescita rispetto al passato. Al Bratuž troviamo la stagione concertistica della Lipizer, quella del Cta ma ben 900 abbonamenti sono quelli che fa registrare la stagione teatrale per ragazzi delle scuole slovene: si tratta, per la precisione, di due abbonamenti distinti, per bimbi dell’asilo, di prima e seconda elementare e per bimbi di terza, quarta e quinta elementare.
Oltre a queste proposte, Bratuž e Kulturni dom organizzano e ospitano concerti, mostre, presentazioni di libri e molto altro. Aprono le porte più spesso del Verdi che da inizio anno al 30 settembre ha ospitato solo 49 appuntamenti: 20 per la stagione comunale e 29 per iniziative di realtà che ne hanno chiesto l’utilizzo. A queste, occorre aggiungere le 13 volte in cui è stato aperto il Ridotto “Francesco Macedonio”. Resta da fare, poi, una considerazione forse banale ma non troppo: le stagioni musicali attirano un pubblico che, nel complesso, può venir definito trasversale: il mondo delle note è comprensibile da tutti. Ma quelle del Tss, per esempio, nonostante i sovratitoli, riguardano per la quasi totalità spettatori di lingua slovena. E anche il pubblico che sottoscrive l’abbonamento per Komigo è sloveno al 90%. Di fatto, anche ai “Kulturni”, un ottimo grado di accoglienza per chi non è della minoranza è certamente assicurato. —
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