Il Verdi fa i conti con 180mila euro in meno
Il teatro Verdi deve stringere i denti, nonostante l’aumento dei fondi regionali 2015, conseguito dalla recente manovra di assestamento. La Regione ha stanziato per quest’anno 3,1 milioni, con una crescita di 90mila euro rispetto al 2014. La gestione del teatro precedente a quella del nuovo sovrintendente, Stefano Pace, ha tuttavia iscritto 3,3 milioni al bilancio di previsione 2015 e ora servirà qualche capriola per mettere i conti in linea: mancano 180mila euro all’appello. Pace sperava che «la manovra di assestamento portasse l’impegno della Regione verso i 3,3 milioni, anche se l’assessore Gianni Torrenti mi aveva già prospettato le difficoltà. Ho un dialogo aperto con lui e ne riconosco la grande sensibilità: sono certo che verrà fatto il possibile».
Nell’attesa, il sovrintendente si è però «già messo al lavoro per capire come contenere le spese: ormai la prossima stagione è impostata e non sarà facile». Il Verdi ha peraltro una situazione debitoria pesante e nel giro di qualche anno si è visto dimezzare il finanziamento statale: «Ci muoviamo all’interno del piano di risanamento e dobbiamo chiudere il bilancio almeno con un pareggio. Abbiamo fatto sacrifici importanti e non so cos’altro si possa tagliare. Dovremo intervenire sul corpo vivo della produzione, ma così non si rilancia il teatro, anche se è proprio il piano di risanamento condiviso con il ministero a insistere sull’aumento della produttività».
Nel 2014 i finanziamenti pubblici al Verdi sono stati pari a 14,3 milioni, ma per quest’anno la situazione è ancora incerta. Solo verso novembre il teatro saprà quante risorse arriveranno dal Fus, che Pace auspica possa replicare i 9,7 milioni del 2014. A essi si sommano gli 1,3 posti a bilancio dal Comune per quest’anno. Le casse pubbliche rappresentano la magna pars delle finanze del teatro e Pace spiega che «ci vorrebbero maggiori certezze, perché le entrate derivanti da abbonamenti, soci e sponsor rappresentano cifre non elevatissime».
L’attuale scenario incide inevitabilmente sull’offerta: «Al Verdi lavorano 242 persone, mentre qualche anno fa erano 280: abbiamo attuato una contrazione di spesa importante su personale, costi di produzione e cachet dei cantanti. Vi facciamo fronte puntando su cantanti giovani di grande talento, che andiamo a cercare in giro per il mondo, non appoggiandoci ad agenzie. Cantanti destinati a calcare in futuro i palchi dei maggiori teatri internazionali: il nostro pubblico deve abituarsi a essere curioso e fiero del fatto di ascoltare in anteprima dei futuri grandi».
Dal canto suo, Torrenti ricorda che «l’assestamento ha previsto per il Verdi un aumento di 100mila euro rispetto alla finanziaria: avrei voluto fare di più ma c’erano altri teatri in emergenza. Nel complesso abbiamo accresciuto le risorse rispetto al 2014 e questo è un dato che rivendico perché mai la Regione aveva fatto tanto per il Verdi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo