Il velenoso pesce palla pescato al largo di Ragusa

Gli sono voluti nove anni dalla prima comparsa nel Mediterraneo alla presenza nell’ Adriatico, dove è stato pescato alcuni giorni fa. Il pesce palla argenteo o Lagocephalus sceleratus è una specie che vive normalmente nell’Oceano indiano ed è molto temuto dall’uomo perché fortemente velenoso. La sua pelle e gli organi interni contengono la tetradotossina, una sostanza molto pericolosa se ingerita e che può paralizzare il sistema nervoso e quello respiratorio, portando addirittura alla morte. I responsabili del Museo di Scienze naturali di Ragusa hanno confermato che l’esemplare pescato recentemente nelle acque dell’isoletta di Licignana (Jakljan), nell’arcipelago raguseo delle Elafiti, è proprio il temuto pesce palla argenteo. È stato preso da un pescatore locale, Miroslav Palunko, che saggiamente ha voluto consegnarlo al citato museo, non avendo mai visto quel pesce cilindrico, con striature argentee sul dorso e il ventre nero, lungo 66 centimetri e pesante 3 chili e mezzo. I biologi marini ragusei non hanno avuto dubbi, classificandolo appunto come Lagocephalus sceleratus, specie mai segnalata prima nelle acque adriatiche. Nonostante in Giappone, Egitto e Turchia sia considerato una delizia e venga venduto abusivamente, può danneggiare gravemente la salute dell’uomo. Sei anni fa due persone in Israele e Libano restarono vive per miracolo dopo averne consumato le carni, restando intossicate dalla tetradotossina, per la quale non si conoscono antidoti. Giunto in Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, questa specie lessepsiana è una delle prove concrete della tropicalizzazione del nostro mare. Il primo esemplare fu segnalato nel 2003 a poca distanza da Antalya, in Turchia, quindi l’anno seguente dinanzia a Jaffa, in Israele e nel 2006 nelle acque di Creta e dell’Egitto. Quest’anno è stato pescato un esemplare nello Stretto di Sicilia e dunque anche l’Italia è nel novero dei Paesi mediterranei che hanno fatto conoscenza con questo pesce velenoso. Negli ultimi vent’anni le acque croate dell’Adriatico hanno riservato non poche sorprese, soprattutto perché conservano una temperatura alquanto alta, l’ideale o quasi per specie esotiche: sono stati segnalati pesci unicorno, serra, fieti, cernie arancio–pezzate, cernie del Pacifico, lampughe, pesci lucertola e pesci pappagallo. Non si tratta di presenze in quantità industriale ma la loro presenza sta attirando le attenzioni di studiosi e pescatori.
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