Il vandalo della Sinagoga di Trieste: «Io gli ebrei li ucciderei tutti»

Infranti i vetri esterni accompagnando i blitz con un’inquietante gestualità “rituale”. Accompagnava i danneggiamenti col gesto della pistola e si faceva il segno della croce. È stato incastrato dalle telecamere. Si tratta di un italiano senza occupazione e che percepisce il reddito di cittadinanza
Lasorte Trieste 14/01/20 - Sinagoga
Lasorte Trieste 14/01/20 - Sinagoga

TRIESTE. Un’indagine della Digos, coordinata dalla Procura, ha consentito di individuare e denunciare l’uomo ritenuto responsabile di due raid vandalici ai danni della Sinagoga a distanza di un paio di mesi l’uno dall’altro. Infranti, in entrambi i casi, i vetri colorati di uno degli oblò laterali che si affacciano sull’esterno. A incastrare l’uomo sono state le telecamere di sorveglianza installate attorno alla Sinagoga: è ora indagato per danneggiamento aggravato. 

Trieste, ecco il vandalo della Sinagoga immortalato dalle telecamere di sorveglianza


Nell’attività investigativa, per quanto riguarda la magistratura, sono stati impegnati il procuratore Carlo Mastelloni e il sostituto Pietro Montrone. Lo scenario che si è delineato all’inizio appariva infatti decisamente inquietante. Anzitutto le modalità delle due incursioni, immortalate dalle telecamere. Si vede un uomo dal volto parzialmente coperto, ma sembra si intravedano tratti somatici vagamente mediorientali. A colpire è stata la vistosa mimica che ha accompagnato entrambi gli atti vandalici.

Una gestualità particolarmente significativa: segno della croce, dileggio della telecamera e gesto della pistola. Un comportamento chiaramente premeditato. Si tratta di un soggetto italiano, residente da poco tempo a Trieste, non seguito da alcuna struttura sanitaria. L'uomo ha confessato i gesti agli investigatori della Digos spiegando come le condotte avessero un significato ed una valenza mistico-religiosa. L’uomo non risulta svolgere alcuna attività lavorativa e si sostenterebbe con i proventi del reddito di cittadinanza.

Una mimica quasi “rituale”, insomma, ampi gesti che sembravano suggerire la volontà di “esorcizzare” la presenza della Sinagoga e di proclamare la subalternità della fede ebraica rispetto a un’altra religione. Ecco perché inizialmente tra gli inquirenti non è mancata una certa preoccupazione e si è cercato di capire anzitutto se il vandalo-sacrilego facesse parte o meno di un contesto più ampio, di una “struttura” di gruppo. Da ricordare che la Sinagoga di via San Francesco è a tutti gli effetti considerata come obiettivo sensibile dal punto di vista della sicurezza. Il prosieguo dell’attività investigativa avrebbe però permesso di escludere il coinvolgimento di terzi. 

«Io gli ebrei li ucciderei tutti. Se voi foste ebrei e fossimo in guerra, vi ammazzerei tutti e due». Sono alcune delle frasi pronunciate dall'uomo rivolgendosi agli agenti della Digos subito dopo essere stato bloccato. Si tratta di una persona che ha agito da sola e che la stessa Questura ha definito "lupo solitario", ma la gravità delle frasi, ha commentato il Questore, Giuseppe Petronzi, «non può passare inosservata dopo il 4 ottobre scorso». 
 
Commentando alcune immagini delle telecamere di videosorveglianza poste sull'edificio di culto grazie alle quali è stato individuato l'autore del duplice episodio nel corso di una conferenza stampa in Questura, il dirigente della Digos Carlo Ferranti ha messo in evidenza gli atteggiamenti assunti dall'uomo, che nel primo episodio «si fa il segno della croce», mentre nel secondo, prima di danneggiare un oblò «fa il gesto della pistola».
 
I due episodi di danneggiamento avvenuti all'esterno della Sinagoga di Trieste sono da giudicare «di notevole aggressività sociale» con «segni di minacce alla Comunità ebraica». Lo ha detto il Procuratore capo di 
Trieste, Carlo Mastelloni, nel corso della conferenza stampa. Si tratta, ha specificato il Procuratore, di una situazione «da non sottovalutare perché ogni episodio può essere la punta di un iceberg».
 
Da parte sua, il Questore Petronzi, ha messo in rilievo le difficoltà delle indagini, svolte dalla Digos e coordinate dalla Procura. Per Petronzi «l'episodio è preoccupante» ma da valutare con serenità, «perché stiamo parlando di un soggetto isolato, che non è espressione di una articolazione». Ma, conclude, deve restare alta l'attenzione su di un obiettivo storicamente sensibile come la Sinagoga triestina.
 
L'uomo, un italiano, di circa 30 anni, residente a Trieste, ma originario del Nord Italia, è stato individuato grazie all'analisi delle immagini di videosorveglianza collocate sull'edificio.
 
Il presidente della Comunità ebraica triestina, Alessandro Salonichio, racconta: «La cooperazione con le forze dell’ordine e con al Procura è stata eccellente come sempre, sia in corrispondenza dei danneggiamenti, sia nelle indagini conseguenti. Noi ci siamo messi subito a disposizione e abbiamo fornito tutto il materiale video in nostro possesso. Entrambi gli atti di vandalismo sono stati compiuti a ridosso di celebrazioni religiose a cui partecipavano molte persone. Hanno suscitato preoccupazione, ovviamente, e noi abbiamo rassicurato i membri della comunità com’è nostro dovere. Certo il segnale non è incoraggiante».


«Non sappiamo chi sia la persona denunciata – aggiunge Salonichio –, ma il fatto che sia tornata più volte a colpire potrebbe anche essere un segnale di squilibrio». Un segnale del ritorno antisemita anche a Trieste? «Noi monitoriamo sempre con attenzione gli eventi – dice Salonichio – tanto altrove quanto e soprattutto a casa nostra. Per fortuna gli unici atti di un certo rilievo verificatisi di recente sono questi due danneggiamenti. Ci auguriamo che dietro a questa persona non ci sia nulla di più organizzato e complesso. In ogni caso siamo tranquilli. Abbiamo da anni un servizio di sicurezza molto efficiente, sia interno che esterno». 
 

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