Il valzer degli uffici regionali tocca Gorizia

Passa alla Regione l’ex sede provinciale di Corso Italia. La giunta accelera sul Cup centralizzato per semplificare le prenotazioni
Scatoloni riempiti in vista di un trasloco
Scatoloni riempiti in vista di un trasloco

TRIESTE. Si arricchisce del tassello goriziano il piano sedi della Regione, mentre pare ormai prossimo alla gara d’appalto il lungo percorso di ristrutturazione del palazzo di via Carducci a Trieste. È stato approvato ieri dalla giunta il nuovo schema di riassetto degli uffici del capoluogo isontino, «continuazione di un percorso di revisione degli insediamenti istituzionali della Regione, basato su concentrazione, riqualificazione degli ambienti di lavoro, miglioramento dei servizi e messa a reddito del patrimonio immobiliare», come ha spiegato l’assessore Francesco Peroni.

La razionalizzazione mira a ridurre gli immobili in locazione e le situazioni di condominio con altre realtà, mantenendo le strutture di grande dimensione e accentrando le direzioni affini per materia. Si punta così ad accorpare le sedi e ridurre la dislocazione del personale, svuotando alcuni uffici da rendere poi disponibili per la “valorizzazione”, sinonimo burocratico di vendita o messa in locazione. Il nuovo pezzo del piano serve a gestire il passaggio dei Centri per l’impiego dalla responsabilità delle Province a quella della Regione. Adeguandosi alla legge regionale, la Provincia di Gorizia ha reso disponibile gratuitamente parte dei suoi nuovissimi locali di Corso Italia, consentendo lo spostamento dei 27 dipendenti del Centro per l’impiego di via Alfieri, di proprietà della Regione.

Stop a mini sedi e affitti: scatta il valzer degli uffici
Il palazzo in piazza Unità che ospita la giunta regionale

Da qui, un effetto domino. La Regione si limiterà a pagare utenze e pulizie in Corso Italia, adoperando via Alfieri per accogliere a rotazione i 73 dipendenti operanti in via Roma, edificio bisognoso di un restauro impiantistico per lotti della struttura che oggi ospita le sedi distaccate delle direzioni Infrastrutture, Ambiente, Attività produttive e uffici di rappresentanza. A operazione conclusa, via Alfieri potrà essere “valorizzata”, cioè rinnovata e poi affittata o venduta, a seconda dell’opzione che si rivelerà più vantaggiosa. La Regione prevede infatti di dismettere le situazioni promiscue come via Alfieri, dove gli impiegati occupano il piano terra di un edificio adibito all’abitazione privata. Il programma disciplina anche lo spostamento dei forestali goriziani da via Ponte del Torrione a via Montesanto, che invece vedrà 16 dipendenti spostati in via Roma.

La sede di via Ponte del Torrione resterà vacante e sarà valorizzata. Il piano sarà presto operativo, dopo l’illustrazione alle rappresentanze sindacali. Procedure simili sono state approvate fra 2014 e 2015 per Trieste e Udine. I due capoluoghi sono a propria volta interessati al passaggio di competenze dei Centri per l’impiego, con la necessità di sistemare 50 persone in ciascuna città e razionalizzare una situazione che in entrambi i casi vede gli ex provinciali dislocati su due sedi: a Udine in via della Prefettura e via Duodo, a Trieste in Scala dei cappuccini e via Sant’Anastasio. Se a Trieste si è scelta la prima struttura, dove ha appena trovato collocazione anche Fvg Strade, il quadro di Udine è allo studio. Per il capoluogo giuliano è infine giunto al termine della fase progettuale il restauro della sede di via Carducci, per la quale sarà presto attivata una gara d’appalto da parecchi milioni.

La giunta si è poi impegnata su omogeneità e tempi d’attesa per l’accesso alle prestazioni mediche ambulatoriali. «Serve un sistema informatico unico, con regole comuni», ha sottolineato l’assessore Telesca, per la quale il nuovo sistema informativo centralizzato «renderà più semplici le prenotazioni al Cup e darà maggiore trasparenza, permettendo ai cittadini di controllare quali siano i tempi d’attesa nelle diverse strutture regionali». Spazi finanziari La giunta ha infine deliberato la cessione di spazi finanziari a favore delle Province di Trieste e Gorizia, per consentire il completamento di alcuni lavori bloccati dal patto di stabilità.

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