Il vaccino diventa requisito d'ingresso nelle case di riposo di Trieste e Gorizia
TRIESTE Per essere accolti per la prima volta in una casa di riposo della Venezia Giulia gli ospiti d’ora in poi dovranno essere vaccinati, almeno con la prima dose di farmaco anti-Covid. Lo prevede una circolare dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina, inviata nei giorni scorsi ai titolari delle strutture per anziani. A firmarla Maria Chiara Corti, direttore dei Servizi socio-sanitari, e Andrea Longanesi, direttore sanitario.
Con questa direttiva Asugi - prima in regione e, a detta dei gestori delle realtà private, anche unica in tutta Italia -, introduce quindi un nuovo requisito d’ingresso, quello della vaccinazione appunto, per tutte le strutture residenziali per anziani e disabili. «Non lo consideriamo un obbligo - spiegano da Asugi -, ma è comunque una condizione necessaria per entrare in casa di riposo. Un requisito da osservare per proteggere gli ospiti già presenti dal rischio contagi, soprattutto alla luce delle nuove varianti per cui la protezione vaccinale non è certa. Vanno tutelati anche i diritti di chi è già accolto nelle residenze per anziani – si sottolinea - e non solo gli eventuali diritti a non vaccinarsi degli aspiranti ospiti, che possono dunque restare tali. Entrare in casa di riposo non è obbligatorio: esistono altre soluzioni domiciliari di assistenza».
A precisare ulteriormente il senso della circolare è Longanesi: «È una misura a protezione dell'anziano: non possiamo rischiare di avere nuovi focolai con persone che muoiono. Facciamo di tutto per vaccinare chi c’è già e chiediamo che altrettanto facciano i nuovi ospiti». E se qualcuno dice di no? «Lo teniamo a casa e cerchiamo che si convinca. Per il momento comunque non abbiamo avuto casi di rifiuto». Chi invece proviene dall'ospedale, nel caso si rifiutasse, verrà inserito in altre strutture assistenziali.
Vaccinazione necessaria per gli anziani quindi. Ma non per gli operatori che quegli anziani sono chiamati ad assisterli. Non per ora, almeno. «A proposito dell’obbligatorietà dell’immunizzazione per il personale - conclude la nota di Asugi - restiamo in attesa di eventuali disposizioni normative».
È la stessa circolare comunque a far riferimento al nodo del personale. Partendo dal fatto che persistono episodi di contagio in alcune strutture, i vertici di Asugi «pur consapevoli che la vaccinazione anti Covid 19 non è obbligatoria nella popolazione generale», ritengono «come unica strategia preventiva, non potendo agire sui lavoratori, la vaccinazione della maggior parte dei vulnerabili, in modo da ridurre, almeno tra loro, la suscettibilità all’infezione». Appunto niente obbligo per i lavoratori, ma conditio sine qua non per i futuri ospiti. Verranno esentati solo quanti presentano controindicazioni cliniche.
Di fronte all’iniziativa di Asugi, però, le case di riposo, con le associazioni di categoria Aiop Fvg e Anaste Fvg, annunciano battaglia, e stanno valutando il ricorso al Tar contro la circolare. «Come categoria chiediamo che Asugi riveda l’obbligatorietà del ciclo vaccinale -affermano Aiop Fvg e Anaste Fvg - limitandosi a renderlo raccomandabile, garantendo quindi l’esigibilità dei Livelli essenziali di assistenza per i nuovi accolti e consentendo alle famiglie di scegliere liberamente tra domiciliarità e residenzialità, evitando così di “intasare” ulteriormente un ospedale già fortemente provato da un anno di emergenza sanitaria”. Una richiesta sostenuta dal fatto che «il Governo italiano ha stabilito che le vaccinazioni contro il Covid-19 sono gratuite e non obbligatorie». Anche il sindacato pensionati della Cgil non concorda sulla scelta di Asugi. «Capisco la misura cautelativa, però non si può pretendere questo – commenta Roberto Treu, segretario Spi Cgil Fvg -. Nelle case di riposo non c’è l’obbligo di vaccino per gli operatori e per altri ospiti, non può essere un’imposizione per i nuovi ospiti. Così si mettono in difficoltà le famiglie: se una persona deve andare in casa di riposo, spesso, è perchè i familiari hanno esaurito le altre possibilità e non possono aspettare che arrivi la prima dose di vaccino». Più in sintonia con Asugi invece Pierangelo Motta, segretario Federazione nazionale pensionati Cisl di Trieste e Gorizia. «Laddove sono stati vaccinati tutti, i contagi sono spariti, quindi la scelta va bene - afferma -. Però richiamo la responsabilità di Asugi affinché si dia da fare per accelerare le vaccinazioni delle persone anziane, pianificando delle priorità ad esempio». Favorevole anche un altro imprenditore del settore, Claudio Berlingerio, consulente di Orpea Italia. «Sono d’accordo che gli anziani vengano vaccinati prima di entrare. Però il Paese deve accelerare le campagne di immunizzazione».
Come detto Asugi è l’unica Azienda in Fvg ad aver adottato un provvedimento simile. «Noi - spiega il dg del Friuli Centrale, Massimo Braganti - non abbiamo introdotto questo requisito, anche se so che qualche casa di riposo autonomamente chiede la vaccinazione». «Anche nell’Azienda del Friuli Occidentale - spiega Antonio Gabrielli, direttore del Dipartimento di Assistenza primaria -non abbiamo sentito il bisogno di ricorrere a una circolare per il momento. Se gli ospiti delle case di riposo comunque richiedono il vaccino lo forniamo, indipendentemente dall’età». —
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