Il Tribunale stoppa il ricorso dell’Anpi Ricordare la Decima Mas non è fascista

Archiviata la denuncia dei partigiani nei confronti di due consiglieri comunali goriziani. «Né razzista né totalitario» l’inno
Marò della Decima Mas
Marò della Decima Mas



La commemorazione dei caduti della Decima flottiglia Mas «non può essere ritenuta una manifestazione fascista», e dunque non rappresenta un reato, così come riprodurre e cantare l’inno della Decima Mas stessa. Lo ha stabilito il Tribunale di Gorizia, archiviando il procedimento nato da un esposto dell’Anpi con una sentenza che, non soltanto dalle parti dell’Isonzo, è destinata probabilmente a fare giurisprudenza. E che arriva in un momento al solito agitato da un clima piuttosto teso nel capoluogo isontino, alla vigilia della commemorazione di quest’anno dei caduti della Decima Mas, prevista per domani mattina alle 10 in municipio. Parallelamente, mezz’ora prima, prenderà invece il via dal Parco della Rimembranza la manifestazione “Mai più fascismo”, un corteo promosso dall’Anpi e da tutte le realtà antifasciste per dire “no ai simboli fascisti della Decima Mas nelle istituzioni”.

Ma torniamo alla sentenza. La decisione è del gip Carlo Isidoro Colombo, e chiude una vicenda iniziata ormai due anni fa, proprio di questi tempi, dopo che il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna aveva autorizzato l’annuale manifestazione nell’atrio del municipio (che si svolge stabilmente da poco meno di una trentina d’anni) in ricordo dei caduti del Comune di Gorizia, a cui l’Associazione combattenti della Decima flottiglia Mas partecipa con un omaggio floreale commemorando i fatti d’armi accaduti nella selva di Tarnova nel 1945. A quella cerimonia del 2018 parteciparono tra gli altri anche il consigliere comunale di Forza Italia Fabio Gentile e il consigliere, oggi di Progetto Fvg, Serenella Ferrari (peraltro socia del sodalizio in quanto parente di alcuni dei combattenti), con il primo che aveva poi cantato l’inno della Decima Mas.

Di qui l’esposto dell’Anpi per la presunta violazione da parte dei due consiglieri della legge Scelba, per reati quali l’apologia del fascismo e il compimento di manifestazioni fasciste. Già nell’agosto scorso era stata richiesta l’archiviazione del procedimento nei confronti di Gentile e Ferrari, con l’Anpi che aveva formulato opposizione portando così a un ultimo passaggio di fronte al giudice. Che, come detto, ha però infine confermato l’archiviazione. Innanzitutto il gip Colombo ha osservato che «l’Anpi non è soggetto legittimato a proporre opposizione alle richieste di archiviazione rispetto a tali fattispecie di reato», visto che la legge Scelba tutela la sicurezza dell’ordinamento costituzionale e dunque la persona offesa dal reato andrebbe individuata nell’organizzazione statuale. Poi, entrando nel merito dei comportamenti di Gentile e Ferrari e della partecipazione alla cerimonia, ha sancito che «la commemorazione dei caduti della Decima flottiglia Mas non può certo essere ritenuta una manifestazione fascista nel senso inteso dalla legge Scelba, trattandosi di una riunione autorizzata, finalizzata unicamente a rendere omaggio a dei soldati morti in battaglia oltre settant’anni fa», e che «la riproduzione dell’inno della Decima Mas non assume penale rilevanza, considerato che, a differenza di altri canti dell’epoca, non contiene alcun riferimento al movimento fascista o a ideologie razziste o totalitarie».

Nessuna rilevanza penale pure per il “saluto romano” con cui Gentile è solito rispondere all’appello in aula – altro comportamento per il quale l’esponente di Fi era stato attaccato, e per il quale il Pd goriziano chiese le sue dimissioni –, che è stato giudicato «gesto folcloristico» e «provocatorio», oltre che «stigmatizzabile sotto il profilo dell’opportunità», ma «inidoneo a mettere in pericolo il bene giuridico protetto dalla norma». «È stata messa la parola fine a una vicenda per la quale sono stato ingiustamente oggetto di una campagna mediatica denigratoria – dice con soddisfazione il consigliere comunale Fabio Gentile, parlando dell’archiviazione assieme alla collega di maggioranza Serenella Ferrari, e invitando gli avversari politici del Pd che lo avevano attaccato a «tornare a pensare piuttosto ai veri problemi» –, e questo grazie al lavoro del nostro avvocato Claudio Giacomelli e alla sentenza esemplare del giudice, che ha chiarito una volta per tutte come stanno le cose».

«Non mi interessano assolutamente né le strumentalizzazioni politiche né le polemiche – aggiunge Ferrari –. I miei parenti hanno combattuto a Tarnova, e per il fatto di onorare il ricordo di fatti che hanno toccato direttamente la mia famiglia non devo sentirmi una persona pericolosa o un’estremista. L’Anpi aveva riscontrato nel mio comportamento qualcosa di lesivo della Costituzione, ma non è così, e la mia vita e la mia condotta personale parlano per me». –



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