Il Tribunale ordina lo stop alla Baia degli Uscocchi

Sgombero in vista per il gestore dello storico locale al Villaggio del pescatore. L’immobile verrà messo all’asta per saldare dei vecchi debiti del proprietario
L'edificio che ospita la Baia degli Uscocchi
L'edificio che ospita la Baia degli Uscocchi

DUINO AURISINA. Dieci lavoratori in strada, un futuro incerto, un'altra storica insegna del mondo imprenditoriale locale costretta a oscurarsi in attesa di chissà quali eventi. È ammainabandiera per il ristorante albergo "Baia degli Uscocchi" del Villaggio del Pescatore. Dopo due anni impiegati a rilanciare un nome che, in provincia e non solo è molto noto nel mondo della ristorazione, la srl denominata "Coop del pesce", che gestisce il locale dal 2014, dovrà sgombrare, e velocemente, per ordine del Tribunale.

Friggitrici, suppellettili, tavoli e tovaglie dovranno essere portati altrove. A luglio è infatti fissata una nuova seduta d'asta, dopo che la prima è andata deserta, perché bisogna soddisfare i creditori di Navil Omairi, il cittadino libanese che da anni vive e lavora a Trieste e che ha la cittadinanza italiana, proprietario dei muri della "Baia degli Uscocchi". «È una vecchia storia - spiega Omairi - che risale a quando, qualche tempo fa, a causa della crisi, abbiamo cominciato ad avere difficoltà nel pagare le rate del mutuo a suo tempo acceso con una banca locale per l'acquisto dei muri. L'istituto ha aspettato un po' - precisa - poi ha dato il via alla procedura esecutiva. Appena ci è arrivata la notifica che ci impone di liberare i locali in vista della seconda asta, non abbiamo potuto fare altro che girarla a quelli della “Coop del pesce” perché ne prendano atto e agiscano di conseguenza, uscendo».

La srl, ovviamente, l’ha presa malissimo: «Abbiamo investito circa 300mila euro in macchinari e attrezzature - sottolinea Luciano Marchesi, chef del locale e coordinatore dell'attività della srl - perché eravamo certi che, pagando regolarmente l'affitto, nulla sarebbe potuto accadere. Avevamo anche fatto i necessari controlli prima di stipulare il contratto di locazione con i proprietari, proprio per evitare guai. Ecco invece che il Tribunale decide per lo sgombero. Abbiamo padri di famiglia nella nostra srl - prosegue molto preoccupato Marchesi - e non sappiamo dove andare a sbattere la testa, proprio adesso che siamo all'inizio della bella stagione, cioè del momento più favorevole per la “Baia degli uscocchi”. Perdere il lavoro in momenti come questi è un problema enorme».

Prima della gestione affidata alla “Coop del pesce”, per un anno era stata la cooperativa dei pescatori, presieduta da Guido Doz, a gestire il ristorante albergo, ma l'affitto dell'epoca era troppo alto in rapporto ai ricavi. Inevitabile lo scioglimento del contratto. «Noi siamo riusciti a strappare condizioni più favorevoli rispetto a quelle di Doz - evidenzia Marchesi - ma questo perché il locale era completamente vuoto e bisognava attrezzarlo». Sembra però che proprio una perplessità sulla differenza di canone fra i due contratti abbia portato il Tribunale a optare per lo sgombero e per una nuova messa all'asta, perché l'istituto bancario creditore di Omairi vuole rientrare dall'esposizione.

Il ristorante è finito spesso sotto i riflettori: a fine 2009 si verificò un incendio, che lo devastò. All'epoca ne era già proprietaria la famiglia Omairi. Lo stabile fino a qualche tempo prima era invece appartenuto a Enrico Chiatti, uno dei testimoni del processo che aveva visto in quegli anni sul banco degli imputati il vicequestore Carlo Lorito. Chiatti, preoccupato, aveva chiesto la protezione del Tribunale, dicendo di temere per sè e per i suoi cari. Pochi giorni dopo, il 30 novembre 2008, la sua barca, del valore di 150mila euro, ormeggiata alla banchina del Villaggio del Pescatore, aveva preso misteriosamente fuoco.

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