Il Tribunale commerciale salva il Tre Maggio
Parola d'ordine: salvate il soldato Tre Maggio. Nella tarda mattinata di ieri la giudice fallimentare del Tribunale commerciale di Fiume, Ljiljana Ugrin, ha voluto rinviare per la terza volta l'avvio della procedura fallimentare nei confronti dello storico stabilimento di Cantrida, atto che pareva scontato dopo quanto era stato deciso nell'udienza del 26 febbraio scorso. Quel giorno la Ugrin aveva concesso alla direzione del cantiere altre due settimane di tempo per sbloccare il conto del Tre Maggio e versare cinque mensilità ai cantierini, il che non si è verificato.
Ieri il destino del disastrato cantiere pareva segnato e invece la giudice Ugrin ha lanciato la ciambella di salvataggio, fissando la prossima udienza per il 28 marzo. Sono sedici giorni di speranza in cui il ministero croato dell'Economia, il partner strategico Tomislav Debeljak (titolare del cantiere navale spalatino Brodosplit) e la direzione di Scoglio Olivi dovranno inviduare la soluzione che permetterà il pagamento degli stipendi arretrati e il riavvio della produzione a Fiume e a Pola. Tornando alla Ugrin, evidentemente hanno colto nel segno le parole del ministro dell'Economia, Darko Horvat, che aveva chiesto alla giudice fiumana di rinunciare al decreto di fallimento, permettendo alle parti di avere ancora qualche giorno a disposizione per estrarre il Tre Maggio dalle sabbie mobili in cui si trova.
«Posso confermare che a tutti i creditori del Tre Maggio – ha precisato la Ugrin – saranno offerti gli accordi per il ripianamento dei debiti, intese che prevedono fino al 15 aprile la restituzione del 15% dei debiti, mentre il restante 85% andrebbe saldato entro la fine di quest'anno. Poche ore fa ho ricevuto dall'agenzia finanziaria Fina il dato che il conto del Tre Maggio è bloccato per debiti ammontanti a 12 milioni e 270 mila euro, di cui 2 milioni e 520 mila euro riguardano i cantierini fiumani, ovvero i loro salari non pagati». A dirsi soddisfatti per la decisione della giudice fallimentare sono stati il curatore fallimentare provvisorio Zdravko Čupković, il direttore generale dello stabilimento, Maksimilijan Perčan, come pure gli esponenti dei lavoratori e delle forze sindacali.
Čupković ha ripetuto che il Tre Maggio non è sovraindebitato e dispone di un patrimonio il cui valore è nettamente superiore alle sue esposizioni, che toccano i 70 milioni e 400 mila euro. «È una mossa saggia quella di prorogare il fallimento – ha rilevato Perčan – che riflette quanto espresso per via scritta dalla stragrande maggioranza dei 900 cantierini fiumani, dettisi contrari al fallimento del Tre Maggio». Nei giorni scorsi i cittadini di Fiume e dintorni avevano dato vita ad una specie di gara della solidarietà nei riguardi dei cantierini, donando loro tonnellate di alimenti, prodotti per l'igiene, generi di prima necessità e dolciumi per i bambini. Aggiungiamo che da Zagabria è arrivata la conferma che venerdì prossimo il governo croato prenderà la decisione definitiva sul destino di Scoglio Olivi (ne fa parte anche il Tre Maggio): si procederà al risanamento del gruppo polesano oppure sarà fallimento totale. —
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