Il treno per Budapest rischia la soppressione

di Elena Placitelli
TRIESTE
Se siete tra quelli che hanno sempre sognato di prendere il treno per Budapest, vi conviene non rimandare più. Il 10 dicembre potrebbe essere il suo ultimo viaggio. In gergo i ferrovieri lo chiamano il 440–441. Per tutti è da sempre il Budapest–Venezia, l’unica possibilità a tutt’oggi rimasta per varcare il confine in treno dalla provincia di Trieste.
Il conto alla rovescia sull’ultimo “superstite” internazionale è già partito e, a meno di “miracoli”, terminerà l’11 dicembre con l’entrata in vigore del nuovo orario che ne decreterà o meno il mantenimento. Per ora, in verità, Trenitalia non ne conferma la soppressione, ma nemmeno la smentisce: «Quel treno non rientra nel contratto universale e pertanto non è finanziato né dallo Stato né dalla Regione. L’azienda, siccome il convoglio non riesce a incassare tanto quanto costa, sta valutando il da farsi con gli Stati e le reti estere. Se ci sono problemi di ricavo, ciò significa che quel treno è poco frequentato: su quella tratta hanno ormai la meglio i voli low cost. Perché passare una giornata in treno (14 ore, ndr) quando spendi come se prendessi un aereo?».
Che sia scomodo partire da Trieste per salire sul Budapest non è una novità. Fino a qualche anno fa i collegamenti erano due, uno notturno e uno diurno. Poi è rimasto solo quello notturno. Ma la stazione centrale di Trieste è stata tagliata fuori e il Budapest lo si può prendere solo da Monfalcone o da Villa Opicina. Con il risultato che in treno bisogna fare i salti mortali anche solo per raggiungere la vicina Lubiana. Ma se il rischio dovesse concretizzarsi, svanirebbe anche quest’ultima chance. Che si inserisce peraltro nell’elenco degli altri collegamenti notturni in bilico da Trieste, come il treno delle 21.54 diretto a Roma, già accorciato perché una volta arrivava fino a Salerno. Il suo futuro è ancora incerto, per quanto Trenitalia abbia chiarito che è stata bandita una gara comunitaria per individuare il nuovo soggetto che gestirà i viaggi notturni. Così anche per il Lecce, che parte alle 19.48 servendo tutta la costa adriatica. Tutto dipenderebbe dalla rottura degli accordi con la società francese Wagons-Lits, che gestiva i vagoni letto.
Il responsabile dell’associazione triestina “Ferstoria”, Leandro Steffè, conta che entro il 10 dicembre verranno soppressi 100 vagoni letto, poco meno della metà dei 250 che attualmente percorrono l’intero Paese. «Significa che sono a rischio i treni notturni a lunga percorrenza: è in forse perfino il Milano–Parigi, figuriamoci il nostro per Budapest. Nella logica di “tagliare il tagliabile” è da tempo che si parla di sopprimerlo, ma ora ci sono forti dubbi che il Budapest venga mantenuto. Nel momento in cui viene strombazzata l’Alta velocità Torino-Milano-Roma–Napoli con la deviazione per Venezia, si taglia tutto il resto. La logica di bilancio che domina Trenitalia – incalza - sta penalizzando soprattutto una città di confine come la nostra. E la politica non presta abbastanza attenzione ai danni economici e turistici che ne conseguono sul territorio». Secondo Steffè, non si può comunque escludere che l’Austria e l’Ungheria decidano di mantenere il Budapest su un vettore non italiano: un esempio simile al Trieste–Berlino, convoglio tedesco per passeggeri con auto a seguito «che Trenitalia bada bene a non pubblicizzare».
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