Il transatlantico “Conte Biancamano” esposto a Milano

Non c’è solo il sommergibile “Enrico Toti” a testimoniare il passato e la storia del cantiere navale di Monfalcone al Museo della scienza e della tecnologia di Milano. All’interno del padiglione che...

Non c’è solo il sommergibile “Enrico Toti” a testimoniare il passato e la storia del cantiere navale di Monfalcone al Museo della scienza e della tecnologia di Milano. All’interno del padiglione che ospita le testimonianze del settore dei trasporti marittimi, dagli anni Sessanta c’è pure il ponte di comando del transatlantico “Conte Biancamano”, nave storica della marineria italiana che a Panzano fu rinnovato nel 1948. Il Dopoguerra era iniziato e con esso la voglia di far risorgere il Paese, anche attraverso le sue “imprese” per mare. Il “Conte Biancamano”, che oggi è l’unica testimonianza del grande trascorso italiano nel settore dei transatlantici, ospitato in una città che non ha il mare, è in questi mesi oggetto di valorizzazione, recupero e rilancio. Proprio come avvenuto per il “Toti” che al “Leonardo Da Vinci” da quasi sette anni è una star indiscussa. Dopo il suo restauro riprese servizio come nave trasporto passeggeri sulle linee del Sud e Nord America. Il transatlantico “Conte Biancamano” venne posto in disarmo nel 1960, dopo aver trasportato in 364 traversate di linea 353.836 passeggeri. L'anno successivo, sotto la direzione del servizio tecnico del museo milanese, iniziarono i lavori di smontaggio e rimontaggio nella sede del nuovo padiglione, allora in fase di costruzione, che si conclusero nel 1964. Il ponte di comando sezionato e rimontato si compone di tre piani per un'altezza complessiva di 16 metri e comprende la plancia e controplancia, alcune cabine di prima classe, il salone delle feste che originariamente quadrato fu successivamente trasformato nella circolare forma attuale.

Costruito nei cantieri navali inglesi W. Beardmore di Dalmuir per conto del Lloyd sabaudo, esso venne varato nel 1925 ed effettuò il suo primo viaggio inaugurale verso il Nord America. Nel 1932 passò sotto la bandiera della Navigazione generale Italiana e fu adibito alle rotte del Sud America. Nel 1934 per conto del ministero della Marina trasportò in dieci viaggi truppe e materiali bellici nell’Africa Orientale. Nel 1937 fu ceduto al Lloyd Triestino che lo impiegò nelle rotte verso il Medio Oriente. Nel 1940, allo scoppio della seconda guerra mondiale si trovava a Cristobal, dove venne requisito dagli Stati Uniti. Con il nome di Hermitage per tutta la durata del conflitto trasportò truppe su tutti i fronti del Pacifico e dell’Atlantico. Terminato il conflitto, venne restituito all’Italia, che gli rese il suo nome primitivo. Fu la prima nave passeggeri riallestita dall'Italia nel Dopoguerra. I concetti e gli studi applicati per il suo riallestimento servirono da esempio per le successive realizzazioni. Ed al lavoro di restauro parteciparono artisti triestini, isontini e friulani come Dino Predonzani, che tornò a Monfalcone con Marcello Mascherini, udinese, Mario Sironi, il monfalconese Tranquillo Marangoni, l’ebanista Umberto Rossi, ma anche personaggi del calibro di Pulitzer e Giò Ponti per le decorazioni e l'arredamento.

Luca Perrino

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