Il tramonto delle feste di partito: solo tre in calendario

La Lega Nord, abbandonate le Rive, scende in campo per una settimana sul terreno rosso di Ponziana Il Pd conferma tre giorni di kermesse (da domani) a Opicina. Fine settimana comunista a Sottolongera

“No party!”. In un doppio senso tutto inglese. La festa i partiti se la sono fatta da soli. Da anni. E ormai restano pochi quelli che hanno il coraggio di allestire tendoni e chioschi enogastronomici, apparecchiare dibattiti, offrire serate con musica dal vivo per una settimana. Le feste di partito sono tramontate. Una volta servivano per autofinanziarsi. Oggi rischiano di allargare il deficit di bilanci in profondo rosso. Non ci sono soldi, ma soprattutto mancano i militanti volontari.

A Trieste le feste di partito quest’anno sono sparite dalla città. Estinte da sole. Le poche rimaste (tre in tutto) si limitano a una manciata di giorni e sono esiliate in periferia o sull’altipiano. Nell’area sulle Rive dell’ex Bianchi (piazzale Straulino), dove l’anno scorso si erano divisi lo spazio la Lega Nord e i Fratelli d’Italia (stessi tendoni per la festa del Carroccio e quella Tricolore), si è piazzato il “Magnifico acquatico”. La Lega, l’unica che rischia un programma di sette giorni, si è trasferita al campo di Ponziana (dall’1 al 7 settembre) in zona rossa, monopolio della casa del popolo con nostalgie titine. Il motivo? «Costa meno» spiega Pierpaolo Roberti, giovane segretario del Carroccio triestino. «Siamo un partito popolare e da sempre crediamo alle feste. Ci saranno i dibattiti, oltre all’intrattenimento musicale, la birra, le patatine fritte e i civa. È un momento di confronto con la gente e la città a cui non rinunciamo» aggiunge Roberti. Il programma è in via di definizione. Non si esclude la presenza di qualche big del Carroccio a partire dal padrone di casa, l’onorevole Massimiliano Fedriga, eletto da poco capogruppo alla Camera. L’anno scorso la festa del Carroccio sulle Rive fece un pienone ospitando a un dibattito il Movimento Trieste Libera. In realtà si trattò di un esproprio proletario della festa che costò alla Lega una tessera strappata (quella del consigliere provinciale Paolo Polidori) e l’addio al Consiglio comunale (con l’abbandono di Maurizio Ferrara e Roberto de Gioia).

Le feste di partito in via d’estinzione
La "cassa" per la ristorazione a una festa del Pd

Il Pd, nonostante il trionfo elettorale alle europee, non scende in città. E conferma, come nel 2013, tre giorni di Festa democratica a Opicina (al circolo Tabor): da domani a domenica. Non si chiamerà però Festa dell’Unità. Il brand che piace tanto a Matteo Renzi (anche in assenza del prodotto, il giornale ha cessato le pubblicazioni a fine luglio), non rinasce a Trieste. Almeno per ora. «Il nome della festa deve essere scelto da chi vi lavora. I volontari sono un patrimonio politico. A Trieste inoltre la festa si chiamava festa dell’Unità e del Delo» spiega il segretario provinciale Stefan ‹ok, che da storico incarna perfettamente l’anima bilingue del partito. Resiste, invece, la Festa rossa alla Casa del Popolo “Giorgio Canciani” di Sottolongera. L’organizzano i comunisti riuniti di Prc e Pdci. Si svolgerà il 30 e 31 agosto (l’anno scorso, invece, il 28 e 29 giugno). Il primo giorno si parlerà dell’unità delle sinistre (Pd escluso) e il secondo della riforma sanitaria. «Hanno garantito la loro presenza alcuni esponenti di Sel e di altri raggruppamenti della sinistra non Pd» spiega il segretario del Prc Peter Behrens. Non mancherà il chiosco enogastronomico e la musica del “compagno” Gino D’ Eliso. E Sel? Non ha nulla in calendario e deve accontentarsi di qualche invito al fine settimana comunista o alla tre giorni democratica. «Per ora non c’è niente in programma. Forse più avanti. Si è parlato di una festa regionale ma non a Trieste» ammette Sabrina Morena, coordinatrice provinciale di Sel.

Niente feste, almeno per quest’anno, anche per i Fratelli d’Italia-An. La Festa tricolore salta un giro a Trieste. «Tutte le nostre risorse sono impegnate per ricordare i cento anni di Giorgio Almirante» spiega il coordinatore Fabio Scoccimarro che fa capire che le feste di partito non sono poi così redditizie. «Negli anni ’90 si guadagnava anche 10/15 milioni di lire a sera. Ora si va in perdita. Per fare le feste bisogna fare una colletta».

«Non sono tempi di far festa. Qui ci vuole lavoro. Un po’ di sobrietà non guasterebbe» dice Paolo Rovis, esponente del Nuovo centrodestra. I tempi della Feste della libertà del Pdl sono terminati. E pure quelli delle festicciole di Arcore. La rinata Forza Italia ha in programma alcun tipo di festeggiamento in provincia di Trieste anche se la coordinatrice regionale Sandra Savino non esclude qualche rimpatriata di berlusconiani a settembre. L’ultima festa della libertà risale al 2011 (dal 16 al 18 settembre) e si tenne a Borgo San Mauro, nel comune di Duino, alla presenza dell’ex governatore Renzo Tondo. Si parlò anche di Triestina con la presidente Cristina De Angelis. E si tenne il concerto di Lorenzo Pilat. Bei tempi davvero.

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