Il traguardo tagliato da Alex tra ormoni e carte d’identità

Ci sono voluti più di 30 anni perché la normativa sul transessualismo venisse interpretata in maniera conforme alla Costituzione. Dal 1982, con l’entrata in vigore della legge 164, fino al 2015, chiunque si sentiva intrappolato in un corpo che non gli apparteneva e voleva intraprendere l’iter di transizione, era obbligato prima di tutto a sottoporsi a un intervento chirurgico di “adeguamento dei caratteri sessuali”, molto delicato e molto doloroso, anche da un punto di vista psicologico. Quattro anni fa, invece, la sentenza n. 15138 della Corte di Cassazione, in una causa seguita dagli avvocati di Avvocatura per i diritti Lgbti - Rete Lenford (oggi e domani a convegno a Trieste, vedi articolo a fianco), ha interpretato in senso costituzionalmente orientato la norma, riconoscendo che chi soffre della cosiddetta disforia di genere possa avviare il cambiamento prima di tutto rettificando il proprio documento di identità, senza per forza subire un’operazione.
A questa sentenza è seguita anche una decisione della Corte Costituzionale, nello stesso anno, la n. 221/2015, che ha confermato quanto già stabilito dalla Cassazione. Un cambiamento epocale che ha permesso a tante persone di poter decidere come e quando modificare il proprio aspetto e soprattutto di farlo in modo graduale. Ciò che è rimasto invariato è lo step iniziale ovvero una sentenza necessaria da parte del Tribunale che dà l’ok per avviare l’iter.
A Trieste, tra i primi a intraprendere questo percorso partendo dalla rettifica della carta d’identità, è stato Alex James, 23 anni, che oggi “festeggia” un anno con il suo nuovo documento, in cui il vecchio nome è stato cancellato. «Per noi si apre la possibilità di non dover dar sempre spiegazioni per tutto - spiega il giovane che oggi studia per diventare un operatore socio sanitario -. Quando ritiri un pacco alla posta, quando mandi un curriculum... qualsiasi circostanza richieda il dover presentare un documento. Per molti ragazzi eterosessuali, che da donna diventano uomini , è un’occasione per sposarsi. Ci sono migliaia di motivi per cui per noi è vitale avere i documenti rettificati. Ora lo Stato mi riconosce come uomo ed è già tantissimo. Entrare poi per forza in una sala operatoria evita di imbattersi, tra l’altro, in alcuni tipi di operazioni i cui risultati oggi non sono ancora molto promettenti e per cui tra l’altro ci vogliono tantissimi mesi di attesa, a meno che non si proceda privatamente, caso in cui si risolve tutto in tre settimane».
«Grazie alle sentenze della Cassazione e della Corte costituzionale - conferma l’avvocato Patrizia Fiore, socia di Avvocatura per i diritti Lgbti - Rete Lenford, che ha seguito Alex James nel percorso legale - è stato ribadito che il diritto all’identità di genere è un diritto fondamentale. Fino a qualche anno fa per ottenere il cambio dei documenti venivano fatte anche ispezioni corporali, un intervento invasivo dell’autorità pubblica, che non escludo possa essere ancora disposto in Italia, in Tribunali dove questa giurisprudenza potrebbe non essere stata recepita. Trattandosi di diritti fondamentali - continua - dovrebbe esserci una maggiore uniformità su tutto il territorio nazionale, invece o abbiamo constatato non c’è, anche per tempi e costi della causa. Oggi c’è però maggiore consapevolezza rispetto al passato da parte degli interessati sul proprio diritto a essere tutelati e garantiti nella propria dignità personale, senza discriminazioni».
Alex James da quando aveva 4 anni ha sempre sentito il bisogno di vestirsi come il fratello. «Alle feste natalizie - racconta - provavo vergogna a uscire con la gonna, anche se non lo esternavo, perché ero troppo piccolo». Ha visto garantito dal Tribunale di Trieste con un'apposita sentenza il suo diritto di essere se stesso: un uomo. Un traguardo arrivato dopo aver passato periodi non sempre facili, anche di bullismo a scuola e incomprensioni da parte di compagni e professori. Ha fatto coming out a 16 anni con gli amici, a 19 con i genitori. La famiglia gli è stata vicino. Durante il percorso di cambiamento ci sono state altre persone che sono state dalla sua parte: i compagni della nuova scuola in cui si è iscritto dopo una brutta esperienza nel primo istituto, e il suo fidanzato.
Il processo per passare al sesso maschile è iniziato a 20 anni con l’assunzione degli ormoni. Il cambio d’identità in Tribunale l’ha raggiunto con il patrocinio a spese dello Stato, dopo essersi sottoposto a una terapia psicologica. Avendo ottenuto la diagnosi di disforia di genere, ha potuto avviare l’iter giudiziario per l’autorizzazione anche alle eventuali operazioni per il cambio del sesso. «Se sei fortunato, basta una sola udienza - chiosa Alex James -. Io ho concluso tutto in circa otto mesi e due udienze». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo