Il tragico schianto del banana boat in Dalmazia: motoscafista senza patente nautica
All’origine della morte del 14enne olandese una manovra azzardata effettuata dal ventenne alla guida
SEBENICO Non aveva la patente nautica per guidare motoscafi e ha compiuto una manovra azzardata, che è costata la vita al ragazzino olandese di 14 anni sbalzato violentemente da un banana boat. È quanto emerso dalle indagini condotte dalla polizia di Sebenico, assieme a Capitaneria portuale e Procura statale, per fare luce sulla tragedia di sabato pomeriggio nelle acque dell’isola di Žut, nell’arcipelago delle Incoronate, in Dalmazia.
Il ventenne conducente dell’imbarcazione – un Beneteau 550 Open, con fuoribordo Honda 115 cavalli – è stato arrestato dalla polizia croata. Ricordiamo che sabato scorso, intorno alle 13.15, il giovane stava pilotando il motoscafo che aveva al traino un banana boat, uno di quei materassini gonfiabili, a forma di banana. «Si è constatato – spiega la portavoce della Questura di Sebenico e Tenin, Marica Kosor – che improvvisamente il ventenne ha portato il motoscafo a sinistra, per poi farlo tornare bruscamente a destra. A quel punto il banana boat si è schiantato sul natante, con il quattordicenne che ha riportato lesioni molto gravi alla testa. Nonostante la pronta reazione dei soccorritori e del team sanitario accorso nel luogo dell’incidente, lo sventurato adolescente è deceduto nell’Ospedale maggiore di Sebenico intorno alle 17».
La Kosor ha confermato l’avvenuto arresto del pilota del motoscafo perché sospettato di grave reato contro la sicurezza e l’incolumità delle persone. Si è venuto a sapere che la famiglia olandese stava trascorrendo un periodo di vacanza nella località di Oltre (Preko), sull’isola di Ugliano.
Il padre aveva deciso di affittare il motoscafo da un’azienda di Zagabria e insieme ai due figli maschi si era concesso una gita nell’arcipelago delle Incoronate, trasferta purtroppo finita in tragedia. Al momento della collisione, a bordo del motoscafo c’erano il pilota, il padre e il fratello del quattordicenne e tutti hanno assistito allo scioccante episodio, avutosi in condizioni di mare calmo e assenza di vento.
Il banana boat era legato all’imbarcazione da una fune lunga 15 metri e 40 centimetri. Una lunghezza non bastevole per evoluzioni del genere, come rilevato da Goran Husinec, perito legale per il traffico stradale e la valutazione di veicoli e imbarcazioni: «Il giovane alla guida del motoscafo non avrebbe dovuto compiere una simile manovra anche perché la lunghezza della fune di traino non era adeguata - racconta il perito legale -. Purtroppo il problema è che si vogliono rendere spettacolari queste performance dei banana boat, facendoli letteralmente volare sopra la superficie del mare. Purtroppo a prevalere è la logica del guadagno, mentre i prestatori dei servizi e i piloti dei motoscafi non pensano a quanto sia pericoloso il tutto. Quanto accaduto nelle acque dell’arcipelago non è cosa rara. Ricordo che ho compiuto la perizia per un incidente analogo, con una donna sbalzata dal banana boat. Si era fratturata la colonna vertebrale, rimanendo per sempre paralizzata e costretta alla sedia a rotelle».
L’’indagine aperta sull’incidente mortale non si ferma però solo al guidatore del motoscafo. La portavoce della Questura di Sebenico Kosor ha rivelato che si vuole accertare se vi siano responsabilità anche da parte della ditta zagabrese che ha noleggiato il motoscafo, come pure dei genitori del deceduto in quanto hanno permesso che il figlio venisse trainato sul banana boat senza alcun controllo.
Se venissero confermate le responsabilità del giovane conducente, questi rischia una condanna al carcere: si va da un minimo di 12 mesi ad un massimo di 8 anni di reclusione. —
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