Il traghetto Marco Polo s’incaglia a Sit
La nave si è fermata a pochi metri da una casa. Tutti salvi i turisti italiani, sloveni e austriaci
ZARA
Le 2 e 50 di ieri, un viaggio tranquillo, anche se là fuori infuria la tempesta, la pioggia è battente e la visibilità scarsa. A un certo punto, si sente che la grande nave è come scossa da un tremito che le fa rallentare l’andatura. I passeggeri e gran parte dell’equipaggio si svegliano, preoccupati e ansiosi, non sapendo cosa stia succedendo. Si percepiscono degli strani rumori e poi il traghetto si ferma. Saranno gli stessi membri dell’equipaggio a tranquillizzare i passeggeri, spiegando che si è trattato di un incagliamento e che la situazione è sotto controllo. È quanto avvenuto sul ferryboat Marco Polo, una delle più grandi unità dell’armatrice fiumana Jadrolinija, finita in secca sull’isolotto di Sit, nell’arcipelago delle Incoronate, tra le isole di Pasman e Zut.
Nessuno dei 41 passeggeri e dei 64 membri dell’ equipaggio è rimasto ferito (a bordo c’erano pure 18 automezzi), anche se lo spavento non è mancato, senza però trasformarsi in panico per il lodevole atteggiamento tenuto dai marittimi. Il Marco Polo era salpato venerdì sera, alle 20, dal nuovo terminal sul Molo Longo a Fiume ed era in navigazione sulla tratta per Spalato, Ragusa (Dubrovnik) e Bari.
Nulla lasciava prevedere un simile scenario, nonostante le avverse condizioni meteo, che però nulla possono contro questo traghetto, lungo 128 metri e vanto della compagnia di Palazzo Adria perché riesce a trasportare fino a mille passeggeri e 270 automezzi.
Quando le luci dell’alba hanno rischiarato la scena, si è capita l’entità dell’episodio: dopo avere arato il fondale per un bel po’, la prua del Marco Polo è avanzata per una decina di metri sulla costa, frantumando scogli, distruggendo una porzione di macchia mediterranea e fermandosi a pochi centimetri da un olivo. Una scena irreale, con la parte prodiera – danneggiata alquanto – che ha mancato per soli 30 metri l’unica casa situata nella parte occidentale di Sit e che si trova a pochi metri dal mare. Nell’incidente, così la portavoce del ministero del Mare e Trasporti, Marina Haluzan, non si sono registrati danni all’ambiente degni di nota, anche perché non vi è stato il temuto sversamento in mare di sostanze inquinanti. Dopo l’incagliamento, i primi ad accorrere sono stati i funzionari della Capitaneria portuale e della sede della Jadrolinija a Zara, mentre più tardi sono arrivate due navi, addette al disincagliamento, e una squadra di sommozzatori, con l’incarico di valutare i danni patiti dallo scafo.
I passeggeri, tra cui un gruppo di turisti italiani, sloveni e austriaci, ha trascorso il resto della notte sul Marco Polo, mentre intorno alle 9 si sono imbarcati sul catamarano Carolina, raggiungendo la vicina Biograd (Zaravecchia). A bordo di pullman si sono quindi diretti a Fiume e a Spalato.
Il ministro del Mare e Trasporti, Bozidar Kalmeta, ha nominato una commissione d’inchiesta, chiamata a far luce sul clamoroso accaduto. Interessante rilevare che il comandante del Marco Polo, Ante Granic, non era sulla nave al momento dell’ incidente, in quanto presente a Bol, nell’isola di Brazza, dove si è tenuta una cerimonia solenne dell’ Associazione turistica croata, in cui Granic è stato premiato quale miglior lavoratore nel trasporto marittimo per il 2009.
Intervistata dai giornalisti, la passeggera Marija Laus di Capodistria, ha dichiarato che al momento dell’ impatto dormiva e di aver creduto trattarsi del forte vento: «Siamo comunque rimasti tranquilli – ha proseguito – e l’equipaggio ci ha dato da mangiare e bere per rasserenarci. Alla fine, abbiamo anche fatto amicizia tra noi, abbiamo cantato e scherzato su quanto avvenuto». Dejan Kopajtic di Fiume: «Dapprima non riuscivamo a capire quanto stava accadendo, ma poi la situazione si è calmata, grazie anche al comportamento dell’ equipaggio».
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