Il torrente in piena spazza via un ponte. E sotto spunta un ordigno bellico inesploso
Artificieri al lavoro in Val Rosandra per disinnescare una bomba della seconda guerra mondiale emersa dopo le forti piogge
TRIESTE Il rinvenimento di un ordigno bellico e l’abbattimento di un ponticello sono le conseguenze della piena del torrente Rosandra in seguito alle grandi precipitazionicadute nelle ultime ore a Trieste e provincia.
La prima “sorpresa” è stata scoperta ieri mattina da parte di alcuni escursionisti triestini imbattutisi per caso in un residuato bellico trovato qualche centinaio di metri dopo l'ingresso del sentiero dell'Amicizia in val Rosandra. Nello specifico è stata rinvenuta una granata da mortaio di fabbricazione inglese delle dimensioni di due pollici risalente alla Seconda Guerra mondiale.
Del rinvenimento sono stati subito informati i carabinieri. Sul posto è poi giunto il gruppo degli artificieri della Polizia che, constatata la presenza dell'ordigno, ha prelevato il manufatto mettendolo in sicurezza.
Ma quale è l’origine di quel pezzo di storia del Novecento? Tra le varie ipotesi, due le più accreditate. È noto come, durante la Resistenza, i partigiani impegnati sul fronte opposto a quello delle truppe naifasciste passassero attraverso la valle con armi e materiale bellico fornito da soldati inglesi: gli aviolanci in zona San Servolo e all'interno della valle erano piuttosto frequenti durante la Seconda guerra mondiale. Ma gli stessi inglesi, a guerra finita, hanno utilizzato molte zone del Carso triestino per addestramento durante l'istituzione del Territorio Libero Trieste. In entrambi i casi l’ordigno è rimasto sepolto, peraltro integralmente, per almeno 65 anni prima che la piena di questi giorni lo facesse riaffiorare.
Un ritrovamento simile venne effettuato nel gennaio 2010, quando un proiettile da mortaio inglese lungo 4 centimetri, risalente alla Seconda Guerra mondiale, venne scoperto da un escursionista all'interno di un anfratto carsico sito nella cosiddetta zona delle “Rose d'inverno”, poco distante dall'abitato di San Lorenzo.
Sul posto allora intervenne in primis la Forestale di San Dorligo della Valle che dopo aver chiuso l'accesso al pubblico dell'area contattò il gruppo artificieri della Polizia di Opicina che trasportò in questura il pezzo d'artiglieria. Ma la furia del Rosandra ha comportato ieri anche un'altra brutta sorpresa, ossia la distruzione del ponte in legno costruito a monte del rifugio Premuda. Il manufatto è stato letteralmente mandato in pezzi. Dalle prime testimonianze pare che la struttura fosse ancora in piedi sino a poco prima delle 18 di sabato. L'eccezionalità dell'evento - da decine d'anni non si ricordava una piena così massiccia del torrente Rosandra - ha riportato in auge il discorso del disboscamento della riserva naturale regionale avvenuto tra il 24 e 25 marzo 2012 da parte di oltre 200 volontari della Protezione civile provenienti da tutto il Friuli Venezia Giulia. L’operazione, definita “Alvei puliti”, venne attivata dalla Regione proprio con l’obiettivo di rendere più pulito il letto e gli argini dove scorre il Rosandra, un disboscamento selvaggio ai danni di salici e ontani che smorzavano la forza del flusso acqueo, che invece oggi non incontra praticamente più alcun ostacolo. —
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