Il tormento giovanile dei ragazzi goriziani diventa un “corto” e conquista i festival
TRIESTE È un inno all’adolescenza, sui suoi tormenti e le sue contraddizioni il cortometraggio del giovane studente goriziano Alexander Faganel che ha appena conquistato la giuria del concorso nazionale Believe film festival di Verona. Al suo lavoro, intitolato “Louder”, è spettato infatti il primo premio come Miglior film 2018. Oltre a Faganel, nel cortometraggio troviamo un altro goriziano, Emanuele Gabrielli che è l’attore principale e che ha firmato le musiche dell’opera.
Alexander non è nuovo ai riconoscimenti in campo multimediale. Lo scorso anno ne avevamo parlato anche sulle nostre pagine, a settembre, dedicando un articolo a tre giovani appassionati videomakers goriziani che avevano appena ricevuto, a Roma, il premio Best italian talent 2017 al festival internazionale del cortometraggio “Quindici19”. Danijel Bukovec, Jan Devetak e Faganel nell’occasione avevano realizzato il cortometraggio “Sounds”, concepito come un’esaltazione dei rumori dove le immagini prendono il posto del sonoro.
In gara c’erano 600 cortometraggi provenienti da tutto il mondo e i tre studenti goriziani erano stati scelti tra 20 finalisti (8 italiani e 12 stranieri). Per quanto concerne l’ultimo premio, è stato assegnato a “Louder” (“più forte”, tradotto dall’inglese) nei giorni scorsi durante una cerimonia con tanto di red carpet a Verona. A Faganel in realtà sono andati quattro riconoscimenti: un assegno da 500 euro, una settimana da passare con una troupe cinematografica, l’accesso privilegiato al Terzo millenio film fest, a dicembre a Roma e soprattutto l’accesso al Giffoni Experience a luglio, su invito del presidente del Giffoni.
«Parteciperemo a questo importante concorso nazionale rivolto soprattutto al mondo giovanile», racconta Alexander, che in merito a “Louder” spiega: «Il cortometraggio è nato da una mia esigenza, sorta già prima di questo concorso. Ho iniziato a fare le riprese qualche tempo prima, dando vita a ciò che mi tormentava e mi meravigliava al tempo stesso. Poi mi sono iscritto a questa iniziativa che aveva quattro temi: “L’emozione di essere giovani”, “Io, tu, noi. È possibile?”, “Dio, illusione e realtà. Uno o tanti?” e “Il riscatto dei social”. Io ho sviluppato “Io, tu, noi. È possibile?”.
Ho definito questo mio lavoro come un inno all’adolescenza, dove i rapporti si intrecciano e si snodano e vengono a galla tantissime domande, ma non vengono date risposte. Volevo rappresentare un po’ le paure e i tormenti dell’adolescente medio che cerca di fuggire da queste riflessioni, da queste memorie, cercando rifugio in paesaggi quasi idilliaci, cercando di illudersi, di scappare dalla realtà. E invece si vede che nel proprio mondo i pensieri rimangono», conclude il regista. Il cortometraggio si può vedere su Vimeo (https://vimeo.com/300461455). —
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